Dunga: "Voglio con me Doni e Juan"

10/11/2009 alle 09:14.

CORSPORT - Questa l'intervista a Carlos Dunga, selezionatore della nazionale brasiliana. Dunga, ma lei vuole Doni e Juan con sè e a tutti i costi, anche se sono in­fortunati? «Non c’è nulla di strano. Affrontiamo queste due amichevoli ( Inghilterra e Oman, ndr) in altrettante date Fifa e, quindi, ci atteniamo al protocollo uffi­ciale ».

Dunga, ma lei vuole Doni e Juan con sè e a tutti i costi, anche se sono in­fortunati?

«Non c’è nulla di strano. Affrontiamo queste due amichevoli ( Inghilterra e Oman, ndr) in altrettante date Fifa e, quindi, ci atteniamo al protocollo uffi­ciale ».

Ma i due giallorossi non hanno gioca­to l’ultima partita di campionato e sono infortunati da tempo.

«Nessuno lo nega. Nulla di più facile che, come è accaduto in altre occasioni, i giocatori vengano visitati dal nostro staff medico e poi vengano rispediti a casa».



Quindi si tratta di una prassi abituale.

« Certo, è stato convocato anche Ro­binho nonostante abbia dei problemi».



Si avvicinano i Mondiali. Ha già le idee chiare su chi la seguirà in Sudafri­ca?

«In linea di massima sì, c’è una base su cui lavorare anche se è ancora presto per avere certezze assolute».

Ronaldinho, Pato, Thiago Silva, Die­go: chi di loro è sicuro del visto mondia­le?

«Tutti i giocatori brasiliani sanno be­nissimo che in nazionale c’è una grande concorrenza. Ci sono almeno quattro­cinque alternative per ogni ruolo».

Diego vuole fare bene, benissimo con la per convincere Dunga.

«Vedremo, per le prossime sfide del­la Selecao le convocazioni sono già sta­te fatte. Ce ne saranno altre».

Che possibilità ha lo juventino?

«Dipende da lui. Questo discorso vale per tutti i nostri giocatori. Stiamo osser­vando, analizzando. Poi bisogna essere bravi a sfruttare al meglio le opportuni­tà che si presentano».

Ronaldinho sembra rifiorito nel suo secondo anno rossonero.

«Ha grandi qualità, questo è risaputo da tempo. Piace a tutti quelli a cui pia­ce il calcio».

Piace anche a Dunga?

«Certo, io tifo per lui. Penso che Din­ho sia in grado di tornare ai suoi livelli di quando era al ».



Sembra che qui al Milan abbia più il gusto dell’assist rispetto a quello per il gol personale.

«Secondo me è un campione comple­to, in grado di offrire un eccellente re­pertorio qualsiasi cosa voglia fare. Non ha problemi».

Insomma, Ronaldinho è nei pensieri e anche nel cuore di Dunga.

«Io so quello che lui può dare in campo. E cerco di avere delle conferme».



Pato è un altro milanista che aspetta un suo cenno...

« Anche lui sa benissimo che la con­correnza è davvero tanta e bisogna sa­perla affrontare. Noi, comunque, se­guiamo tutti i nostri giocatori, nulla è deciso».

C’è anche Thiago Silva fra i milanisti in attesa.

«Purtroppo per lui pesano i sei mesi di inattività dell’inizio del 2009 quando è stato ingaggiato dal Milan, si è potuto solo allenare senza giocare».

Qui con il Milan si è già imposto come uno dei difensori centrali più forti del campionato.

«Conosciamo bene le sue caratteristi­che. Ma anche per lui vale lo stesso di­scorso: deve farsi trovare pronto. Quan­do? Vedremo».

Ma ci sarà un’altra chance per coloro che stanno ancora aspettando?

«Lo ripeto: per queste due partite ho già fatto le convocazioni. Ci saranno delle altre occasioni. La tecnica non ba­sta: voglio continuità e impegno».

Kakà non sorride più come qualche tempo fa: il suo inserimento nel Real Madrid tarda a concretizzarsi nel mi­gliore dei modi.

«Se Kakà ha fatto quella scelta è per­chè ha avuto i suoi motivi. Io so anche che lui al Milan si trovava benissimo».

Magari si aspettava un ambientamen­to meno complicato.

« Ha un’età e un’esperienza che gli consentono di superare qualsiasi tipo di problema. E’ solo questione di tempo. Kakà ha le qualità e i mezzi per impor­si anche nel Real Madrid».

Chi, invece, si è ambientato quasi su­bito in una situazione inedita è Leonar­do che sta facendo bene sulla panchina del Milan.

« E’ stato bravo a sfruttare bene una grossa opportunità che gli è stata offer­ta da una delle società più organizzate e forti del mondo».

Non era facile, però, guidare una squadra che aveva parecchi problemi di fondo.

« Leonardo ha delle buone idee ed è stato messo nelle condizioni di poterle attuare da una società veramente eccel­lente ».

Ma Leonardo potrebbe, un domani, guidare il Brasile da ì?

« Non dipende da me e nemmeno da lui... Vedremo. Sicuramente sta dimo­strando che può affrontare questa nuo­va carriera con cognizione e capacità».

Invece Dunga, se potesse scegliere, quale squadra italiana gli piacerebbe allenare?

«Non posso deciderlo io, dipende dal­le opportunità. Una cosa è certa: il cal­cio italiano, come del resto quello brasi­liano, va sempre di moda, si rigenera in continuazione, è uno dei migliori».