THE OBI ONE PODCAST - Frank Lampard, ospite di John Obi Mikel nella sua trasmissione su Youtube, ha parlato di José Mourinho e dell'importanza che il tecnico portoghese ha rivestito nella sua carriera:
"Sotto chi sono cresciuto di più come calciatore? Senza dubbio José Mourinho. Il motivo è perché avevo 25 anni circa, ero in un momento delicato, lui arrivò e portò self-confidence. Ovviamente è molto bravo tatticamente e lo era anche ai tempi, ma per me ha creato un sistema e una struttura su misura per me. Non dovevo andare tanto oltre, lui mi dava dettagli, ma era quello. La cosa principale che mi ha dato è stato farmi fare un passo avanti. Io ero un ragazzo molto umile, ero al Chelsea...non avevo aspirazioni, o meglio, le avevo, ma non pensavo di poter raggiungere un livello da Champions League. E José è arrivato quasi dicendomi "beh, dovresti". In quel periodo ha portato la mia carriera dall'andare bene a un altro livello. E io questa cosa l'ho percepita, l'ho sentita. Da manager capisci che sono le cose personali, non tattiche, che ti rendono un calciatore migliore. Qualche calciatore ha bisogno del bastone, altri della coccola. Io non avevo bisogno di nessuna delle due cose, probabilmente solo di essere supportato e lasciato lavorare e lui mi ha dato questo".
Come reagì lo spogliatoio quando Mourinho, che tu e Obi Mikel amavate, lasciò il club?
Risponde Mikel: "C'è una storia dietro l'addio. C'era una persona assolutamente in lacrime la prima volta che José è andato via (ride, riferendosi a Lampard), ma anche il mister era in lacrime".
Lampard: "Sì, anche lui pianse e io non fui il solo. Quando ci ha salutati e ci ha abbracciati, io in genere ero seduto vicino a John Terry, eravamo entrambi emozionati. L'intelligenza di José, l'istinto naturale di coinvolgerci sia sul piano emotivo sia sul piano del gioco. Con José è stato un viaggio incredibile, due anni in cui abbiamo vinto il titolo, i primi due sono andati molto bene, nel terzo si è rotto qualcosa. La situazione è diventata tossica molto in fretta, credo che ci fossero un paio di nuovi giocatori e c'erano questioni sul fatto che lui non fosse d'accordo con i loro arrivi e c'era questa negatività che si diffuse. Non fu una sorpresa, è successo molto in fretta a inizio stagione, ma come giocatore, dal punto di vista personale, ero distrutto e deluso".