Calcioscommesse, ruolo centrale di Di Nicola nell'organizzazione

19/05/2015 alle 23:56.
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Ercole Di Nicola, responsabile dell'area tecnica dell'Aquila Calcio, aveva un ruolo di primo piano nell'organizzazione che agiva a livello internazionale scoperta dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, finalizzata alla combine di partite di Lega Pro e anche di serie B.

Il gruppo, che nelle carte degli inquirenti era definito «criminale», aveva rapporti anche esponenti vicini alla 'ndrangheta e poteva disporre di investitori internazionali che puntavano somme milionarie su partite combinate attraverso la corruzione di dirigenti e calciatori. Le partite «truccate» stando ai magistrati sono Pisa-Torres (Coppa Italia Lega Pro); Stabia-Lupa Roma; Santarcangelo-L'Aquila; Grosseto-Santarcangelo; Aquila-Savona; Prato-Santarcangelo; Cremonese-Pro Patria; Monza-Torres; Bassano-Monza; Torres-Pro Patria; Pro Patria-Pavia; L'Aquila-Tuttocuoio.

Di Nicola cerca di non coinvolgere direttamente L'Aquila che, infatti, vince le partite, ragione per la quale sono gli avversari ad essere pagati per perdere. «Di Nicola, noto professionista del calcio - si legge nell'ordinanza - mette a frutto il suo ruolo e la rete di conoscenze in cui è bene inserito, organizzando e realizzando frodi sportive che, tornando a vantaggio della 'sua' squadra, portano lustro alla sua attività e soddisfano la sua ambizione. Di Nicola non si limita ad agire nel contesto a lui naturale, quale quello del girone in cui è inserita la 'suà L'Aquila, procacciando vittorie truccate alla compagine sportiva cui appartiene, ma invade anche campi inseriti in gironi diversi della Lega Pro e addirittura riesce a introdursi nel campionato di serie B, cedendo ai complici, dietro finanziamento della 'combinè, informazioni su partite combinate del torneo 'cadetto'».

(ansa)

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Secondo gli inquirenti della direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che hanno scoperchiato un nuovo scandalo calcioscommesse, il responsabile dell'area tecnica dell'Aquila Calcio Ercole Di Nicola «non solo altera incontri tra squadre del calcio professionistico ma finanzia combine traendo profitto dalle scommesse che gioca e fa giocare sul risultato alterato». I pm hanno riscontrato l'esistenza di un'associazione a delinquere con gli altri complici «allo scopo di commettere più delitti di frode in competizioni sportive e di truffa nonchè delitti di estorsione aggravata e sequestro di persona a scopo di estorsione», «ponendo in essere un'associazione criminale, operante a livello mondiale, finalizzata alla commissione dei suddetti delitti diretti a influire e alterare, nel campionato di calcio di serie B, in Lega Pro, in Coppa Italia nazionale e di Lega Pro e in partite internazionali di calcio e basket, il naturale esito delle partite medesime».

L'obiettivo del sodalizio criminoso era, per gli inquirenti, «conseguire vincite in scommesse per milioni di euro, che venivano effettuate prevalentemente su siti esteri (dell'Asia e della Turchia), scommesse ricollegate agli eventi sportivi organizzati dalle federazioni riconosciute dal Coni, che venivano effettuate dopo aver utilizzato lo strumento della corruzione di calciatori e/o dei dirigenti sportivi delle società calcistiche coinvolte, al fine di alterare il risultato della competizione». La Dda ravvisa inoltre il reato di truffa «ai danni delle società di calcio non coinvolte, del pubblico pagante che assiste ignaro alla competizione sportiva oggetto di combine, degli atleti-calciatori non coinvolti e degli scommettitori leali, intervenendo con offerte o promesse di denaro o altra utilità o vantaggio, nei confronti di calciatori e/o dirigenti, al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della competizione».

Ravvisate anche alcune aggravanti, il numero superiore a 10 e il fatto che «taluni degli associati scorrevano armati le pubbliche vie del territorio italiano». Inoltre, «dava il suo contributo un gruppo criminale organizzato (composto dai finanziatori Aleksander detto Sasha Brdanin, Milan Jovicic detto Michele, Uros Milosavljevic) impegnato in attività criminali in più di uno Stato».

(ansa)