REPUBBLICA.IT (BOCCA) - Per farsi un'idea del calcio mercato di oggi, basta aprire due giornali di mercoledì 15 luglio. Argomento Vucinic. Il Corriere dello Sport titola così: "Roma, io resto". La Gazzetta dello Sport: "Roma, se serve io parto". Per dire insomma che si va avanti così, improvvisando da un giorno all'altro, pensando a sopravvivere, inventandosi dei miracoli e senza più nulla da sperperare.
Spalletti ha chiesto giusto un centravanti, uno che la butti dentro: ma, se va bene e se non arriveranno offerte per i pezzi migliori, la Roma ricomincerà così come aveva finito il deludente campionato dello scorso anno. Sesta. L'incrollabile fede romanista giura però che questa è una squadra da Champions League. L'importante è crederci, per ora. Intanto si è ricominciato con più fede, con tante promesse, con un po' di modestia in più, col solito Totti dio-protettore giallorosso, con un po' di protagonismo in meno, con un gruppo che sembra più unito proprio dalle ultime disavventure, con l'intenzione di fare meno errori, di farsi meno male, di stare attenti ai recuperi, con parecchi sorrisi e molta spocchia in meno, col proposito di non pensare alle solite congiure e soprattutto di non montarsi la testa, vizio tipico della Roma. Si è acquistato insomma tutto quello che si poteva acquistare gratis sul mercato. Un sei d'incoraggiamento se lo merita: buona fortuna.
