Rosso di rabbia? No, l'espulsione del portiere non incide negativamente

14/01/2010 alle 18:59.

LAROMA24.IT – Perdere un uomo per un’espulsione non fa mai piacere. Figurarsi se si tratta del proprio portiere, il ruolo più delicato e il giocatore più difficile da sostituire. Dopo l’uscita forzata di Doni nella scorsa giornata di campionato contro il Chievo, LAROMA24.IT è andata alla ricerca dei precedenti, in un arco temporale che va dalla stagione 1989/90 ad oggi.

Il dato che emerge è che in questi ultimi vent’anni soltanto in 6 occasioni i giallorossi sono stati costretti a privarsi del loro estremo difensore.

Ben otto stagioni sono trascorse dall’ultimo , prima di quello in cui è incappato Doni. Curiosamente, l’ultimo precedente risale ancora ad una gara contro il Chievo, il 22 Dicembre 2001 a Verona. In quell’occasione Antonioli fu costretto a lasciare la responsabilità tra i pali a Pelizzoli. Negli occhi di tanti tifosi è rimasto lo splendido intervento (probabilemente uno dei pochi nella sua militanza romanista) del ex-Atalanta che, a freddo, volò a deviare un calcio di punizione destinato sotto l’incrocio.



Nel campionato 1997/98 furono addirittura due le partite in questione. In un Roma-Lecce del 21 Settembre 1997 Miki Konsel venne cacciato dopo aver atterrato Maspero in area. Chimenti fece il suo ingresso in campo e divenne eroe del match parando il calcio di rigore dello stesso Maspero. Stessa sorte per il austriaco in un Roma-Bari del 15 Marzo 1998: richiamato Balbo e dentro nuovamente Chimenti.

Andando a ritroso arriviamo al match contro la del 15 Gennaio 1995. Al Delle Alpi venne espulso Cervone e Lorieri prese posto.



Per concludere, nel campionato 1992/93, per l’ esattezza nel confronto del 6 Dicembre 1992 tra Roma e Parma, rosso per Zinetti nel finale e nuovamente Fimiani chiamato in sua vece ( sostituito Garzja). La stagione viene ricordata anche per un altro episodio legato all’assenza di portieri. In Coppa Italia stavolta, nel post-partita della semifinale di ritorno Milan-Roma a San Siro una rissa (?) negli spogliatoi costò la congiunta di Cervone e Zinetti. La conseguenza fu che il terzo , il giovane Patrizio Fimiani giocò sia la finale di andata che quella di ritorno contro il Torino.

E’ interessante notare quali siano stati gli esiti delle gare dopo le espulsioni. Se abbiamo già citato qualche fortunato episodio come il miracolo di Pelizzoli a Verona o il rigore parato da Chimenti, analizziamo nel dettaglio le gare. In nessuna di esse l’espulsione ha influito negativamente.

Il match con la fu l’unica sconfitta, ma al 70’, al momento del rosso, i giallorossi erano già sotto per una rete a zero (3-0 il finale).


Nessuno stravolgimento nelle sfide contro il Bari ( 2 a 1 il tabellino conclusivo con marcatori: 1’ P.Sergio, 54’ Zambrotta, 80’Aldair. Konsel espulso al 43’ sull’ 1 a 0 ) e nella gara di sabato ( al 12’ la Roma era già in vantaggio dopo il gol-lampo di ).


Addirittura vittorie colte in inferiorità numeriche nelle restanti tre sfide. Nella gara contro il Parma Zinetti abbandonò il campo al 83’ a reti bianche e poi di Rizzitelli il guizzo vincente all'87'.

In Roma-Lecce, dopo l’uscita di Konsel al 38’ si era sullo 0 a 0, poi la gara terminò 3-1, a segno (47’), Palmieri (54’), Di Biagio (62’), Balbo (68’).


Infine nella gara contro il Chievo dell’anno post-scudetto altro 0 a 0 al momento dell’intervento ad ultimo uomo di Antionioli all’8’ della ripresa. Poi gli uomini di Capello demolirono per tre reti a zero la squadra di DelNeri.

Come diceva Liedholm insomma. Il conta molto, ma in dieci si gioca anche meglio.

 

Andrea Palazzo

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