L'impresa è titanica: provare a parlare della Roma senza citare il suo allenatore, o almeno senza farne il centro del discorso. E provare a parlare della Roma da un punto di vista quasi sconosciuto: quello di Dan Friedkin. [...] Quel giorno, in pieno Covid, i Friedkin hanno acquistato un club in grave difficoltà che era sul punto di cedere i suoi gioielli, a partire dal capitano Pellegrini. L’arrivo della nuova presidenza non solo ha scongiurato tutto questo, ma ha permesso di rinforzare la rosa con obiettivi che parevano impossibili: primo fra tutti quello di Smalling. E poi Mkhitaryan e l’acquisto per 20 milioni del difensore in quel momento più conteso: Kumbulla. Ma è nell’anno successivo che il progetto ha avuto una potente accelerazione, con l’ingaggio di Mourinho, pagato a peso d’oro, e una campagna acquisti da favola. La quinta, per spesa, di tutta Europa. Con i quasi 15 milioni per Rui Patricio, gli oltre 40 per Abraham e qualche delusione per affari non all’altezza. È in quell’anno che i Friedkin hanno vinto la Conference League, dovendosi però di nuovo accontentare di un sesto posto, con accesso all’Europa League. [...] Inutile dire che per il terzo anno i Friedkin si sono ritrovati senza gli introiti della Champions, a cui tutti dicevano apertamente di poter ambire dopo l’ingaggio di Dybala. Ciò nonostante, ecco Aouar, Ndicka, Paredes e, nello stupore generale è stato accolto Lukaku. Pagato una cifra pazzesca: quasi 20 milioni per un solo anno. [...] Insomma, i Friedkin possono riassumere così il loro bilancio. Economico: 800 milioni pompati nella Roma; oltre 20 di gestione mensile; terzo monte ingaggi della Serie A davanti al Milan capolista e al Napoli campione d’Italia. Sportivo: una Conference, una finale di Europa League, due settimi e un sesto posto in campionato, con il rimpianto di non aver mai sentito la musica della Champions.
(gasport)