In questa stagione della sua vita, non ha voglia di legarsi a lungo: Micki va avanti di stagione in stagione, alla Zeman. La Roma lo scorso anno gli ha proposto un biennale, lui ha chiesto un solo anno. Deciderà a breve il suo futuro, d’accordo con l’altra parte, che per ora ha sospeso i rinnovi (e il suo manager, Raiola, in queste ultime settimane ha avuto problemi fisici). Henrikh Mkhitaryan, a 33 anni, può permettersi questo e altro, la Roma ne è consapevole, pur sapendo che uno dei suoi uomini migliori e tra i più funzionali per Mourinho, va a scadenza. Mourinho non lo ha mai mollato (e viceversa), nel 3-5-2 ha scelto l’armeno come mezz’ala e ultimamente come regista, quel ruolo che Mou ha scoperto da due sessioni di mercato. Il suo rendimento sotto porta non è all’altezza di quello dello scorso anno, quando ha chiuso l’annata con 15 reti e 13 assist. Continuo e decisivo, sempre. In questa stagione Micki ha più un’importanza tattica che non legata ai numeri: oltre a ricoprire i due ruoli di centrocampo, è stato schierato ad inizio stagione come esterno nel 4-2-3-1, mostrando qualche difficoltà. Stando nel mezzo del gioco, si trova più a suo agio. La stagione, fin qui, è avara di gol, solo tre (con Fiorentina, Empoli e Juventus, tutti all’Olimpico), mentre gli assist sono sette. Se Micki rinnoverà il contratto, la Roma diventerà la squadra con la quale avrà stabilito il maggior numero di presenze: attualmente è a quota 104, il massimo lo ha raggiunto con il Dortmund, 140. Quando deciderà di ritirarsi, è pronto un ruolo da ds del club russo Krasnodar.
(Il Messaggero)