Paolo Rongoni, ex preparatore atletico della Roma e attualmente in Francia al Lione con Garcia, ha rilasciato un'intervista al quotidiano per parlare dell'emergenza Coronavirus. Queste alcune delle sue parole:
La Roma ha sospeso gli allenamenti a tempo indeterminato: che impatto può avere sulla condizione fisica dei calciatori?
«Nessuno, se parliamo di squadre di prima fascia che hanno fatto già un percorso di campionato e coppe europee. Il ritmo è stato infernale, dal 6 gennaio si è giocato ogni tre giorni, se si stacca un attimo la spina non succede niente. Se consideriamo un mese di stop, nella seconda quindicina bisogna fare lavoro aerobico, addominali, senza mettere intensità perché se qualcuno fosse positivo al coronavirus potrebbe avere gravi danni».
Se invece lo stop fosse più lungo? In Italia si parla di riprendere il campionato il 2 maggio e di proseguire fino al 30 giugno.
«Il problema più grande è quello della progressività del virus, c’è il rischio che i campionati riprendano in tempi differenti e per questo la Uefa dovrebbe imporre date uguali per tutti i Paesi. Giocare ogni tre giorni a maggio non sarebbe un problema, però in questo caso bisognerebbe fare una nuova preparazione».
I calciatori giallorossi postano sui social le loro sessioni di allenamento: psicologicamente è un problema lavorare da casa?
«La maggior parte di loro vive in ampi spazi, non ci sarà un forte impatto psicologico ma non bisogna proporre lavori stressanti».
Com’è la situazione in Francia?
«Come quindici giorni fa in Italia, chi segue l’attività italiana ha già visto. Per fortuna proprio nelle ultime ore il governo ha inasprito i provvedimenti ma lo Stato francese ancora non fa test, li fanno solo in casi più gravi, non si rendono conto. Dalla finestra di casa mia vedo il mare e anche in questo momento ci saranno cinquecento persone che fanno l’aperitivo. Gli ospedali sono pieni ma non si sa, a Lione sembra che ci siano più contagiati che da altre parti».
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(Corsera)