Grazie a Francesco ora tutti conoscono i veleni di Trigoria

18/06/2019 alle 06:07.
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ILMESSAGGERO.IT (M. CAPUTI) - Una tempesta, e non solo di emozioni. In diretta tv e con le attenzioni di tutto il mondo. La conferenza stampa di Francesco nel salone d’Onore del Coni non è stato solo l’addio (definitivo?), dopo quello da calciatore, alla squadra del cuore e di sempre: “Era meglio morire che staccarmi dalla Roma”. In circa 90 minuti, il tempo esatto di una partita, ha raccontato la sua verità, come promesso in un post di alcuni giorni fa, dando un lucido, esauriente e devastante punto di vista.

Osteggiato da calciatore, sopportato da dirigente, mai coinvolto a dovere, ha spiegato e si è spiegato parlando da calciatore simbolo, tifoso e da dirigente, anche se ex, consapevole di poterlo essere a pieno titolo, perché uno come lui non ha bisogno di studiare per capire se un giocatore è bravo o no. Ci ha messo la faccia come sempre, e come avrebbe fatto se glielo avessero permesso, disegnando uno scenario Roma che non ha precedenti. , con le sue affermazioni, non ha solo chiarito il perché della sua dolorosa, ma inevitabile decisione, ma ha aperto a tutti, tifosi e media, i cancelli di Trigoria svelandone problemi, dinamiche e limiti.

L’ostracismo di Baldini, uomo ombra, gli errori di , troppo lontano, assente e mal consigliato, le guerre interne di potere, la deromanizzazione, e il suo ruolo di facciata privo di alcuna efficacia: ha descritto cos’è la Roma americana. Parole che pesano come un macigno, espresse senza filtri, prive di rabbia ma ricche di delusione e conseguenze. Il feeling tra la piazza e la società era già ai minimi storici e il rapporto, già lacerato, dovrà ora fare i conti non solo con il suo l’addio, ma anche con le sue dichiarazioni. Il quadro disegnato da ha messo in evidenza tutte quelle dinamiche di cui si sempre discusso durante questi otto anni e che hanno portato allo stato attuale: piazzamenti importanti, ma sempre lontani dalla vittoria, promesse e illusioni, progetti, ridimensionamenti e rifondazioni.

A ogni passo avanti ha fatto seguito una uguale marcia indietro. Chi decide è lontano da Trigoria, chi la conosce e la ama più di tutti è costretto ad andare via. Qualcuno potrebbe giustamente obiettare che quanto è stato rappresentato da sia una visione di parte e che arriva da un uomo ferito. A cosa e a chi crederanno i tifosi delusi da risultati, promesse e comportamenti? Alla società che con un comunicato ha dichiarato che “la percezione dei fatti e delle scelte adotatte dal club, da parte di , è fantasiosa e lontana dalla realtà” oppure alla cruda esposizione del loro ? La verità è che sono i fatti a parlare a favore di Francesco, il quale dopo avere denudato la Roma, ha almeno aperto la speranza ad un arrivederci. Chissà con chi e chissà tra quanto.

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