Il calcio “social” degli italiani

11/01/2019 alle 15:12.
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IL TEMPO (A. AUSTINI) - Si scannano sui social e vanno sempre di meno allo stadio. Sfida a colpi di like, retweet, commenti, tanti insulti e qualche risata. Anche il calcio italiano è stato assorbito dalla potenza di uno smartphone grazie al quale, nell’immaginario, si può superare qualsiasi barriera. Interattive come non potranno mai essere le televisioni, le piattaforme (, , e YouTube le più popolari) fanno il pieno di assatanati del pallone, con una crescita costante. Qui a fianco in anteprima pubblichiamo lo studio di RESULT Sports, società tedesca specializzata nell’analisi dei social media e della comunicazione digitale nello sport. Una mappa capillare, follower per follower, che fotografa la serie A e fa capire quali sono le società più brave utilizzare i nuovi canali. Prima, neanche a dirlo, e la con i suoi 71 milioni di seguaci complessivi, 19 milioni dei quali guadagnati nel 2018: l’anno dello sbarco di Cristiano Ronaldo, il fenomeno che da solo ha 348 milioni di adepti sui profili personali, ovvero il doppio dell’intera serie A salita ora a 173 milioni. A debita distanza segue il Milan (46 milioni), ma dietro le altre si avvicinano piano piano. L’, grazie anche alla piattaforma cinese (come la proprietà del club) Sinaweibo, ha guadagnato in un anno 5 milioni di follower salendo a 17 complessivi. 

Al quarto posto c’è la Roma americana, un caso a parte da analizzare. I giallorossi hanno quasi 15 milioni di fan sui vari social, il doppio del , ma primeggiare in un aspetto che sui social fa la differenza: “l’engagement”. Si tratta, in soldoni, della capacità di diffondere i propri messaggi rispetto alla propria platea. Grazie al lavoro del social media manager inglese ingaggiato da , quel Paul Rogers considerato una sorta di guru nel settore, il profilo inglese della società giallorossa a giugno scorso ha raggiunto il 300% di engagement potendo contare su “appena” 250mila follower. Un risultato incredibile se si pensa che al secondo posto c’era il Fenerbahçe con il 27.8%. Non sono dati da nerd informatici, in realtà questi numeri stanno assumendo un valore commerciale. “Da due anni - ci spiega Mario Leo, di RESULTS Sports - i club hanno iniziato a generare ricavi dalla comunicazione digitale. Partner e sponsor hanno chiesto di far parte delle campagne social, alcuni hanno optato per semplici post pubblicitari che però non piacciono ai tifosi, mentre la Roma tende invece a inserire gli sponsor all’interno dei suoi contenuti, presentandoli ad esempio come partner di grafiche, formazioni, video etc. Il profilo inglese su dei giallorossi non è il più grande come audience - spiega Leo - ma non ha eguali come intrattenimento ed uno dei migliori nell’engagement. Il personaggio creato e chiamato “Roma Admin” inventa contenuti divertenti, movimenta le conversazioni e fissa i ‘topic’ non solo tra i tifosi romanisti ma da appassionati di tutto il mondo che dicono: “non tifo Roma ma amo il loro profilo !”.

È esattamente quello che sta inseguendo , il cui obiettivo - parole sue - è far diventare il club “la seconda squadra preferita” nel globo. Lo farà quindi felice sapere che più della metà dei seguaci sui vari social dei profili giallorossi sono stranieri. “Se ognuno di loro ci desse 5 euro all’anno, avremmo svoltato” disse ancora il presidente. Ma il lavoro è ancora lungo e bisogna crescere altrove, ad esempio sul popolarissimo dove la Roma fatica ad emergere con i suoi post in inglese. Le classifiche di RESULT Sports devono servire alla Lazio come simbolo. Il club di Lotito è il settimo in Italia come numero di follower - solo 1.7 milioni, circa la metà della sesta - e il motivo è presto spiegato. “I biancocelesti - analizza Leo - utilizzano i social media solo per diffondere notizie e informazioni. Manca l’aspetto passionale, oltre alla differenziazione dei contenuti sulle diverse piattaforme”. In realtà è l’Italia intera ad essere parecchio indietro. Mancano idee, strutture e star a far da traino: solo Ronaldo e Dybala fanno parte dei 50 giocatori più seguiti al mondo, l’unico italiano al 42esimo posto è Balotelli, che gioca in Francia. “Il vero problema - conclude il di RESULTS Sports - è che i club italiani hanno iniziato a creare i profili digitali nel 2012, in ritardo di due anni rispetto al resto d’Europa”. Stadi, regole e ora anche social: l’Italia del calcio deve darsi una mossa

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