Gli infortuni e il blocco psicologico: Diego si è ripreso fascia e dischetto

27/12/2018 alle 13:12.
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IL MESSAGGERO (G. LENGUA) - L’ultima partita in cui Diego Perotti è partito titolare era contro il Bologna il 23 settembre. Sono passati poco più di tre mesi da quel 2 a 0 incassato al Dall’Ara che ha aperto ufficialmente la crisi della Roma in campionato con risultati insoddisfacenti, tensioni e infortuni. E sono stati proprio i guai muscolari al bicipite femorale prima e al polpaccio poi, che hanno tenuto Diego in infermeria privando Di Francesco di un calciatore utilizzato la scorsa stagione per 2364 minuti. Quasi sempre da titolare, poi.

RIGORE DA DERBY - L’argentino adesso è tornato più carico e grintoso che mai, ridando alla squadra quella energia mentale che le mancava: «Per me quella contro il Sassuolo è stata una finale di Coppa del Mondo». Una frase che vale più di mille parole, pronunciata da un uomo che gioca per la Roma dall’inverno del 2016 e che ha tanto da insegnare a chi si approccia alle partite con troppa superficialità. Per Di Francesco quello con il Sassuolo è stato il match meglio giocato della stagione: «Il primo tempo lo avremmo potuto chiudere anche 3 a 0. Il rigore? È stato peggio di quello che ho tirato al derby, era difficile per quanto vissuto negli ultimi mesi e volevo segnare per i compagni», ha detto l’attaccante argentino a fine gara. Una rete che ha permesso a Perotti di scaricare le tensioni e il nervosismo accumulati negli ultimi mesi per via dell’andamento discontinuo e delle contestazioni della Curva, oltre che per i suoi infortuni che lo hanno gettato in una fase di debolezza psicologica, simile a quella vissuta in passato, quando ha pensato di smettere col calcio: «L’abbraccio dei compagni è stato bello, mi sono mancati. Non capita spesso di segnare, quando lo faccio voglio sfruttare al massimo il momento, specialmente davanti ai nostri tifosi».

SQUADRA UNITA - I tre punti con il Sassuolo, oltre a dare respiro a Di Francesco, avvicinano la Roma alle prime quattro in classifica, ma non cancellano la paura di ricadere nel baratro con prestazioni scadenti: «Quando non vinci è tutto più difficile, ci sono state partite in cui non meritavamo i tre punti, altre in cui faticavamo a chiuderla. Io ho visto sempre una squadra unita, abbiamo provato a uscirne, manca tanto per migliorare, ma proveremo ad arrivare più in alto possibile. Ognuno vuole dare il massimo, ci sono giocatori fortissimi e siamo coperti in tutti i ruoli. Questa vittoria deve essere un punto di partenza».