IL PUNTO DEL SABATO - CAGNUCCI: "Dov'è la Roma?" - DI CARO: "Squadra involuta e senza senso" - GARANZINI: "Ma giallorossi superiori al Milan"

01/09/2018 alle 15:46.
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LAROMA24.IT - chiedeva risposte, sono arrivate ma di ben altro tenore. 2-1 a San Siro, primo ko esterno della Roma nel 2018, una sconfitta destinata a far rumore per le circostanze in cui è maturata. Cambio di modulo improvvisato e squadra assente per un tempo: l'impressione che resta è quella di un cantiere ancora aperto.

Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.

 

IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI)

 si aspettava una risposta, anzi una grande risposta invece adesso c'è solo una grande domanda: dove sta la Roma? Al di là del gol che fa malissimo al 95', al di là pure della sconfitta: come si fa a giocare il primo tempo di ieri? Come si fa a giocare il primo tempo con l'Atalanta? Si parlava di anima, si sperava nell'anima, ma non solo dell'anima non c'è traccia, nemmeno del corpo per una squadra sulle gambe, senza mordente, stanca anche mentalmente, senza cambio di marcia [...].

Senza anima, senza corpo e anche senza testa. Né capo, né coda. Non c'è difesa. Non ci può essere. Né ci deve essere: gli alibi non servono. Anche perché gli alibi non ci sono. Questa squadra lavora insieme da quest'estate, i giocatori al Mondiale sono stati pochi stavolta, l'allenatore è quello dell'anno scorso, nemmeno il mercato può dare il totale di quello che si è visto ieri e con l'Atalanta, perché il totale è niente [...]

Come se ne esce? Non lo so, ma se ne deve uscire. Ovviamente tutti - società, allenatore, giocatori - debbono assumersi le rispettive responsabilità, ovviamente tutti devono solo lavorare, ma proprio perché questo è "ovvio" che non può bastare. È già solo una palla scriverlo. Mentre la stretta al cuore al 95' di ieri è ancora qui che morde e fa male. È amaro, è fiele. Fa male. Forza Roma.


GAZZETTA DELLO SPORT (A. DI CARO)

Poteva addirittura vincere anche la Roma o poteva finire in pareggio ma, risultato a parte, le sensazioni cha lasciano le due squadre sono molto differenti. Se il Milan sembra aver intrapreso la strada della crescita, la Roma appare invece involuta. Ancora una volta dopo la gara con l’Atalanta ha regalato un tempo con un nuovo modulo: un 3-4-1-2 mai visto finora. Tre centrali, due mediani pesanti (e lenti), due terzini a centrocampo, l’esangue Pastore dietro a e Schick. Macchinosa, zero attacchi alla profondità, errori individuali ( e Kolarov sul primo gol) e collettivi. Un mezzo disastro.

che in tre partite ha già provato di tutto (; , 3-2-5 nel finale con l’Atalanta; 3-4-1-2 oggi...), c’ha messo una pezza nel secondo tempo, riportando la difesa a 4, il centrocampo a 3 e inserendo un attaccante di gamba davanti. Più sicura di se stessa la squadra nella ripresa, ha pareggiato sugli sviluppi di un calcio piazzato (la Roma ha tanti giganti e darà fastidio a molte avversarie), poi è calata nuovamente. Ma a colpire è la forbice netta oggi tra la Roma che tutti credevano potesse essere e quella che si vede invece in campo. Si è tanto parlato di giovani talenti (Under, Kluivert, Schick) di interni offensivi di centrocampo (Pellegrini, Cristante), di gente che salta l'uomo (Pastore). Una - possibile - squadra sbarazzina, fantasiosa, spettacolare. Non se ne vede neanche l’ombra. Non è giusto fare processi alla terza giornata, ma questa è una partenza in salita che nessuno si aspettava. Non è solo il confronto tra alcuni singoli dello scorso anno e di oggi che pesa: è l’assenza di un senso. Da trovare in fretta.


CORRIERE DELLO SPORT (I. ZAZZARONI)

La grande risposta che inseguiva non è arrivata. Al contrario, sono aumentati gli interrogativi per numero e dimensioni. Ma quando alla terza uscita stagionale Olsen, Karsdorp, Marcano, Nzonzi e Pastore devono sostituire , , Juan Jesus, e è naturale, fisiologico direi, risultare disarticolati e trovarsi in imbarazzo. Questa Roma va dunque ripensata e le due settimane di sosta consentiranno al tecnico di lavorare in funzione di una struttura più praticabile, meno improvvisata. La Roma non può essere quella del primo tempo, ma anche quella del secondo con per Marcano e il al posto del 3-4-1-2, giusto per essere chiari, certamente più equilibrata della precedente, non mi è sembrata granché.


LA STAMPA (G. GARANZINI) 

Se era uno spareggio per designare la terza forza, aspettando l’inter e partendo dal facile presupposto che la è la e la seconda molto probabilmente ancora il , il verdetto resta sospeso. Nel senso che se lo è aggiudicato il Milan, all’ultimo istante, ma pur sbagliando formazione e atteggiamento la Roma è sembrata ancora potenzialmente superiore.

A maggior demerito giallorosso, dal tecnico agli interpreti: e con una nota di merito per Higuain, capace nell’attimo fuggente di trasformarsi da cannoniere egoista in generoso uomo-assist. Reduci entrambe da 3 gol al passivo, sia Milan che Roma si sono mosse con grande cautela badando a difendere ben prima che a offendere. Con questa differenza. Che la squadra di Gattuso lo ha fatto secondo schemi collaudati, se non proprio razionali, trovando comunque qualche buon sbocco offensivo. Mentre ha schierato una formazione molto diversa da sé, per non dire stravolta, che in qualche modo riusciva a tamponare ma non aveva idea di come ripartire. All’insegna di una lentezza imbarazzante, nella coppia Nzonzi-, in Kolarov che sembra invecchiato di colpo, per tacere di che somiglia sempre più a Del Potro sia per tratti somatici sia perla difficoltà nei movimenti laterali: vedi il cross del 1° gol concesso al piede debole di Rodriguez, salvo poi aprire il diritto alla sua maniera e trovare in mischia il gol del pareggio.

Poi è vero che davanti si muovevano poco, e spesso male: ma ti passa la voglia, di muoverti, quando dietro non vanno oltre il titic-titoc, di preferenza a ritroso. l] resto è innanzitutto Var, che ha beccato in flagrante prima Higuain e poi Nzonzi, suggerendo all’arbitro Guida un doppio annullamento. Ma nel frattempo la Roma si era risistemata, inserendo e avanzando il baricentro. Mettendo il match sotto controllo, andando vicino a vincerlo con un sinistro sciupato da e poi regalandolo con una sciocchezza in uscita di Nzonzi, che al momento, di sicuro, non vale il già rimpianto .

 


CORRIERE DELLA SERA (G. TOTI)

Mai fidarsi troppo dei sorteggi. L’anno scorso, di questi tempi, la Roma in era già fuori, vittima designata per essere finita in un girone di ferro con Chelsea e Atletico . Poi sappiamo come andò a finire: girone vinto ed escalation sino alla semifinale con il Liverpool. Le impressioni di settembre spingono a considerare le avversarie dei giallorossi in - ovviamente escluso - uno scalino più in basso rispetto a quelle della stagione passata. Ma le apparenze portano sempre verso strade scivolose: se la Roma sconclusionata di quest’avvio di stagione - come confermato ieri dalla sberla presa in casa Milan - non farà scelte chiare e non darà una sterzata sul piano della qualità del gioco, soffrirà pure con Cska Mosca e Viktoria Plzen.