Paradosso, croce e delizia, persino miseria e nobiltà: ognuno può chiamarlo come vuole, ma lo stadio Olimpico, la scorsa stagione, ha rappresentato davvero le due facce della Roma di Di Francesco. Fortino praticamente inespugnabile in Champions, facile preda in Coppa Italia (eliminazione con il Torino) e in campionato, dove sono arrivate sei sconfitte di fila come non accedeva da settant’anni.
(...) L’Atalanta, non fosse altro che per il fatto di aver iniziato prima degli altri, corre, lotta e gioca bene, e anche se avrà sulle spalle l’impegno di stasera in Europa League, è avversario di quelli durissimi. Lo scorso anno è stata una delle sei formazioni che hanno portato via i tre punti. (...)
(...) Ecco perché Di Francesco ci tiene a partire con il piede giusto e l’esempio può arrivare proprio dall’Europa. La Roma ha costruito il suo cammino in Champions dal pareggio casalingo contro l’Atletico. (...) E da lì prese quelle sicurezze che poi l’avrebbero portata a sfiorare la finale.
(...) Da Olsen a Cristante, passando per i vari Marcano, Coric, Pastore, Santon, Kluivert, Zaniolo, Bianda, Nzonzi, Fuzato e Mirante, sono 12 i calciatori che per la prima volta conosceranno lo stadio da romanisti. C’è chi non c’è mai stato, chi lo ha visto da avversario, chi lo ha guardato soltanto in televisione, chi ne ha sentito parlare attraverso racconti dei compagni, attuali e passati. (...) Sono poco più di 30mila i tifosi già sicuri di esserci, Di Francesco si augura che ne arrivino tanti altri in più perché, come insegna anche in questo caso l’Europa, la Roma con lo stadio pieno fatica di meno. E riesce a essere più concreta.
(gasport)