Perdere lo stadio: un delitto sociale

15/06/2018 alle 15:25.
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[...] Ci sono storie che ci trascendono. Lo è una di queste. [...] In nessuna nazione come la nostra il genio creativo e la pulsione a delinquere nel migliore dei casi, la mediocrità spesso,si scontrano ogni giorno con una rappresentazione così feroce e manichea del Bene e del Male. [...] Questo stadio s’ha da fare, al di là del bene e del male, perché la parte assolutamente lesa è la comunità dei tifosi.[...] No, non è in ballo il destino di e del suo business o della Raggi e del suo partito, ma l’ennesimo buco nero, questo sì inasfaltabile, di una città dove tutto si disgrega e niente più si aggrega. [...]Perdere l’occasione di questo stadio sarebbe, questo sì, un delitto emotivo e sociale e chi se ne frega se nessuna legge lo contempla. In certi casi, sapere è un dovere che prescinde dal capire. E ai tristemente pensanti che dicono stadio uguale panem et circenses, rispondiamo che si vive anche di questo, soprattutto di questo. E, tanto per non esagerare, uno stadio pieno di cori e di afflati è come un tocco di Federer, un’esperienza religiosa. Non c’è bisogno di andare lontani nel tempo. L’addio di .

(corsport - G. Dotto)