IL ROMANISTA (D. LO MONACO) - Fa bene Di Francesco a non dimenticare quel pregiudizio che poteva costargli caro nella gestione del gruppo poi portato in semifinale. Perché a volte nella forma c'è la sostanza. [...] Quella sottovalutazione a volte così volgarmente espressa nelle prime settimane di lavoro e quello strisciante malumore che molti commentatori improvvisati - gente che non distingue una marcatura a zona da una a uomo su un calcio d'angolo o che non ha alcun parametro di vita tanto esaltante da poter giudicare l'anima altrui - hanno mantenuto nelle loro valutazioni sulla Roma fino almeno al fischio finale di Turpin la sera della meravigliosa sfida col Barcellona, gli ha complicato e non poco il cammino [...].
[...] E' giusto che in un'epoca tanto social chiunque abbia la possibilità di esprimere un giudizio che arrivi senza mediazioni al destinatario. Ma quale gusto può esserci nell'esprimere un parere insultante se non si ha la certezza di aver maturato quel giudizio con ampi margini di prova? [...] Per diversi mesi, Di Francesco ha combattuto contro chi lo riteneva inadeguato a sostituire Spalletti in una squadra come la Roma. E in base a che? A niente [...].
L'autorevolezza di un giudizio severo anche controcorrente ma argomentato può essere stimolante. La miseria di un insulto senza alcuna struttura impoverisce chi lo emette, ma sporca anche la pagina del giornale che lo accoglie, la radio che lo rilancia, il sito che lo socializza. [...] E invece il calcio è una materia seria, da studiare, da approfondire. [...] Di gente che non ha compreso né prima né durante l'importanza di una gestione tanto illuminata, nei concetti rivoluzionari per la crescita mirata del gruppo e nel gioco offensivo espresso per tutta la stagione. Lo ha capito solo "dopo". Dopo quel Roma-Barcellona. Troppo facile così. La Roma è cresciuta. Che lo faccia anche chi le sta intorno.