(...) Eppure, se si giudica l’attuale cavalcata della Roma in Champions, è forte la tentazione di dire che sia superiore persino a quella del 1983-84. (...) Arrivare a Kiev, perciò, sarebbe un risultato epocale, ma non per questo meno alla portata della squadra di Di Francesco. Con tutto il rispetto per la banda di Klopp, crediamo che il 3-0 al Barcellona sia impresa superiore a quella necessaria domani. Una cosa però è certa: sarà una partita totalmente diversa. (...) All’Olimpico i «blaugrana» giocavano per far trascorrere il tempo e, anche quando riuscivano a superare il primo pressing della Roma, sceglievano di non affondare per mantenere uno sterile possesso palla. Il Liverpool di sicuro non lo farà. Le sue caratteristiche, d’altronde, sono altre: il ritmo altissimo e la ricerca immediata della verticalizzazione. Il rischio, ovviamente, è che un’«uscita» sbagliata in impostazione o un duello perso in mediana inneschi subito Mané, Firmino e Salah per devastanti uno contro uno. (...) Morale: al netto di errori individuali, la chiave sarà la maniera con cui saranno interpretati i duelli di centrocampo. Chi riuscirà a essere più compatto nelle due fasi di gioco per cercare di essere sempre in superiorità numerica, potrà spuntarla. I titoli di coda li lasciamo ai calci piazzati. Anche questi potranno essere decisivi. All’andata nel gioco aereo i giallorossi spesso sono stati superiori, ma se la fisicità del Liverpool è senz’altro maggiore a quella del Barça, abbiamo ancora negli occhi il colpo di testa di Manolas su azione d’angolo. È stato il gol del 3-0. Se la Roma è arrivata fin qui, in fondo, non è solo grazie a Super Dzeko.
(Gasport)