Di Francesco sale sul palco per il bis: ecco come può arrivare fino a Kiev

01/05/2018 alle 13:31.
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IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Poche parole, ma inequivocabili: «Chi non ci crede, resti pure a casa». , già a caldo dopo il pesante e rumoroso ko di Alfield, si è pubblicamente rivolto ai suoi giocatori. Il messaggio non è nuovo. Lo usò anche dopo la sconfitta al Camp Nou del 4 aprile. Lo slogan sta accompagnando da martedì scorso la Roma verso la semifinale di ritorno contro il Liverpool. E l'allenatore lo ripeterà ancora, domani sera, ai 18 calciatori giallorossi entreranno con lui nella pancia dello stadio. «Crediamoci», urlerà Eusebio. E indicherà la strada che porta a Kiev, per la finale del 26 maggio. Adesso c'è solo da seguirlo: la Nuova Impresa è possibile. Vale la pena provarci. Il vento dell'Olimpico già soffia forte.

REGOLA DEL 3 - La Roma, dopo aver perso 5 a 2 la gara d'andata, deve vincere almeno 3 a 0. E' il punteggio esatto che l'ha già qualificata contro il . I giallorossi, insomma, non devo guardare a quanto accaduto in passato, ai precedenti più o meno positivi, avendo già dimostrato in quest'annata esaltante di sapere come si fa a rovesciare il pronostico e insieme il risultato. In campionato, per la verità, proprio la sterilità offensiva non ha permesso a di giocarsi lo scudetto con Allegri e Sarri. In , invece, le sue punte hanno sempre fatto centro quando la squadra ne ha avuto bisogno. E' successo nella prima fase e soprattutto, nel nuovo anno, dagli ottavi in poi. Già in 3 delle 11 partite di questa edizione Eusebio ha festeggiato 3 reti dei suoi giocatori. Il 1° match con il tris è quello che ha poi caratterizzato il percorso in Europa: il 3 a 3 di Stamford Bridge contro il Chelsea, nella notte della svolta. E, sempre ad ottobre e contro i Blues di , il 3 a 0 all'Olimpico per prendersi il 1° posto nel gruppo C e al tempo stesso per avvertire le big del nostro continente. L'ultimo 3 a 0 è quello indimenticabile: nel ritorno dei quarti per mandare a casa . La differenza tra la partita contro il Liverpool e quella contro il è nel risultato dell'andata: la manita di Anfield, anche se è la sconfitta più larga dal 24 novembre del 2015 (6 a 1 in Spagna contro il e con in panchina), è meno definitiva del 4 a 1 al Camp Nou. Perché stavolta la promozione si conquista anche vincendo 4 a 1, punteggio che il 10 aprile avrebbe invece portato soltanto ai supplementari.

PORTA CHIUSA - «Ricordiamoci che non ha mai preso gol nelle gare di all'Olimpico». Monchi lo disse lasciando la Spagna, subito dopo il ko contro il . Il ds, proprio partendo dall'imbattibilità casalinga del , ha spinto il gruppo e motivato l'ambiente. Adesso, dopo la fantastica remuntada del 10 aprile, bisogna riconoscergli di aver toccato il tasto giusto. , per la verità, non ha poi dovuto fare nemmeno una parata nella seconda partita contro il , certificando così la preziosa cinquina. La striscia iniziò a settembre contro l'Atletico (0-0) nella serata in cui il fu il migliore in campo e proseguì nelle altre 2 gare della fase a gironi contro il Chelsea (3-0) e contro il Qarabag (1-0). Fondamentali anche i clean sheet del 2018 contro lo Shakhtar (1-0) e appunto contro il (3-0). E' evidente che mercoledì sera non basterà alla Roma confermare il suo trend nelle partite interne. Ma ripetersi per il 6° e comunque ultimo match in casa di questa edizione potrebbe incidere sul verdetto finale.

IMPRONTA EUROPEA - Più che i numeri, però, conteranno i protagonisti. La Roma, fuori e presto dalla corsa scudetto, sembra più a suo agio in che in campionato. gli ha cucito addosso, cambiando spesso il sistema di gioco, lo spirito moderno ed europeo che, con il pressing e l'aggressività, ha esaltato gli interpreti del suo gruppo che, pur non essendo perfetto, è arrivato fino alla semifinale. Cioè tra i migliori 4 club d'Europa, pur con una rosa sicuramente inferiore a quelle di chi è già fuori dalla competizione come il City, lo United, il Psg, il Chelsea, la e ovviamente il . I senatori, con in prima fila, e anche i meno esperti hanno fatto la differenza in questa Coppa. A guidarli il debuttante Eusebio che è l'unico tra i 4 allenatori delle semifinali a non aver giocato la finale. Mai dire mai, però. Almeno fino alla notte in cui batteranno forte più di 60 mila cuori giallorossi.