IL MESSAGGERO (M. ALLEGRI - A. MARANI) - Perquisizioni a casa e nella tipografia che ha stampato gli adesivi antisemiti con il fotomontaggio di Anna Frank con la maglietta della Roma incollati alle vetrate dell’Olimpico. Ieri all’alba gli agenti della Digos hanno bussato alla porta di dodici ultrà laziali indagati per istigazione all’odio raziale. Nei confronti di un tredicenne, invece, gli investigatori hanno inviato gli atti alla procura minorile. Il questore di Roma, Guido Marino, ha firmato 13 provvedimenti di Daspo: i tifosi biancocelesti non potranno più mettere piede allo stadio per almeno cinque anni. Due di loro, Fabrizio Dessy, classe 1964, che aveva finito un precedente daspo solo nel 2016, avrà inoltre l’obbligo di firma. Mentre “Franchino”, al secolo Franco Costantino, 46 anni, diversi precedenti penali alle spalle, e 3 daspo (l’ultimo di 5 anni finito nel 2013) già archiviati, sarà fuori dagli spalti per almeno altri 8 anni. Per lui, “luogotenente” degli Irriducibili di Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, il provvedimento più duro. Gli altri provvedimenti di 5 anni sono a carico di persone senza precedenti penali e di età tra i 17 e i 33 anni. La Digos ha anche individuato la tipografia dove sarebbero stati realizzati gli adesivi. Si trova in una zona industriale tra Roma e Ciampino. La posizione degli stampatori è ora al vaglio del pm. Nelle case degli ultrà indagati, la polizia ha trovato adesivi, felpe e materiale riconducibile agli “Irriducibili” biancocelesti, a cui appartengono sei indagati. Sono stati trovati anche gadegt con la croce celtica e i caratteri “fascio font” delle organizzazioni di estrema destra, ormai trasversali nelle tifoserie romane, tanto della Nord che della Sud giallorossa.
IL POST DI LUCA – Tra gli indagati, Luca Ciano, classe 1998, di Lotta Studentesca, responsabile giovanile locale di Forza Nuova. «Vi state indignando per un adesivo di una ragazzina che non è nemmeno mai esistita», scriveva su Facebook il 24 ottobre. Dopo aver ricevuto la visita della Digos, invece, ha postato stralci di una canzone di un gruppo di estrema destra, chiamato Ultima Frontiera: «Salve, buongiorno, apra il portone: ho un mandato di perquisizione. Mi spiace tanto ma lei è indagato, deve seguirmi dal magistrato». Indagati anche Tiziano Abbondanza, Manuel De Biase, Mirko Di Benedetto, Alessandro De Paolis, Simone Giaccone, Lorenzo Sarroco, Stefano Valloni e Filippo Tichetti. «Molti di loro sono bambini – dice lo zio di uno degli ultrà – si sono trovati in mezzo a una cosa più grande di loro. Quegli adesivi li hanno distribuiti fuori dalla Curva, i più grandi glieli hanno dati. Mio nipote non è razzista, è un atleta che ama la Lazio, va allo stadio e qualche volta è andato anche in trasferta». Per la Digos gli ultrà, appartenenti alla «componente oltranzista della tifoseria laziale», avrebbero «commesso atti di discriminazione razziale mediante l’affissione di materiale antisemita, offensivo per il contenuto ed in grado di incitare all’odio razziale».
L’INDAGINE SPORTIVA – Sul fronte sportivo, invece, si è chiusa ieri l’indagine del Procuratore federale Giuseppe Pecoraro. Giovedì dovrebbe arrivare l’eventuale deferimento al club e al presidente Claudio Lotito, per la decisione di aprire la Curva Sud anche agli abbonati della Nord, colpita da squalifica per razzismo. Lotito potrebbe essere ascoltato in settimana. La Lazio è convinta di non aver commesso errori. A dimostrarlo, una sentenza che a marzo ha dato ragione a un abbonato della Roma che lamentava il disservizio a seguito della chiusura della Curva Sud per razzismo. Intanto oggi ricorre l’anniversario della morte del tifoso laziale Vincenzo Paparelli, solita mente guastata da scritte di odio giallorosso sui muri di Roma.