Attacco, turnover e nuovi equilibri. Così Di Francesco ha riacceso la Roma

25/09/2017 alle 13:54.
img_7953

La Roma non è più spallettiana, ma non è neppure zemaniana, visto che ( compresa) la squadra di non ha subito gol in 4 partite su 6 disputate, ed in quella di sabato, la rete dell’Udinese è arrivata a gara in ghiaccio. Il presunto integralismo dell’allenatore quindi è evaporato in fretta perché il suo si è saputo modificare in 3-5-2, , 4-2-4 o 4-1-4-1 a seconda delle necessità. ha lavorato sull’attacco. Se è l’attaccante del ricamo, è chiamato a stare più vicino a , liberando le fasce per le incursioni di Bruno (o ) e soprattutto Kolarov, mentre è tornato libero di galleggiare tra le linee, supportando così e, in fase di non possesso, diventando l’uomo del primo pressing. Risultato: il bosniaco ha già segnato 6 gol in 5 partite di campionato e la squadra ne ha realizzati 10 nelle ultime 3. Che qualcosa sia cambiato, poi, lo dimostrano i tocchi di palla. Nelle prime gare chi «guidava» era l’esterno basso (più spesso Kolarov, una volta ), da due gare invece i palloni giocati passano di più per il centrale della mediana (Gonalons o ). Da notare un’altra curiosità: se il ( a parte) tocca tutti, c’è un ruolo in cui le sfide sono allargate: l’esterno destro d’attacco, dove si sono alternati ben in 6 (Defrel, Under, , , Schick e ). Morale: adesso la Roma di , 5 match di A disputati, ha due punti in più rispetto a quella di di un anno fa (12 contro 10).

(gasport)