Le parole di Monchi hanno lasciato il segno tanto che l’argomento #Totti (come da tendenza di Twitter) è uno dei principali in Italia anche alle 19.30. In molti gli scrivono sui suoi profili ufficiali («ma è vero, capitano? Davvero non ci ripensano?», è uno dei tanti messaggi), ma lui non replica. Se Giuseppe Giannini, che nei giorni scorsi era stato durissimo con la Roma dopo il derby, dice che «Monchi sembra una soluzione interessante, ma l’addio di Francesco andava gestito in modo diverso», c’è anche chi decide di salutarlo ricordando i suoi numeri e i suoi record. Compaiono foto con le sue dichiarazioni più belle, su tutte: «Sono cresciuto nella Roma e qui morirò», ritornano a circolare i video con i gol migliori. E, ancora: «Francesco, dovevi essere tu a dire basta», ma visto che lui non apre bocca un sito specializzato sulla Roma gli scrive una sorta di lettera aperta: «Ora parla tu». Lo farà? Forse nei prossimi giorni, ma Roma sembra preparata.
Dall’estero, invece, arriva talmente tanto amore nei confronti del capitano della Roma che c’è pure chi sottolinea che, in fondo, «questa storia qualcosa di buono l’ha portato, perché ancora una volta si è reso conto di quanto è amato». Inglese, spagnolo, portoghese, arabo e cinese, in tutte le lingue del mondo arriva il saluto, e il tributo, al capitano : «Si dice Totti e si legge Roma». Semplice, diretto. «Non so se ha deciso la società o se invece hanno deciso insieme, ma pensare che davvero Francesco non giocherà più mi mette un po’ di tristezza. E per questo – spiega Giacomo Losi - aspetto che sia lui a parlare». Dello stesso avviso anche Amedeo Carboni: «Io al funerale del Totti calciatore non partecipo fino a che non parla lui».
(gasport)