Aria di addio tra la Roma e Spalletti. L'attuale allenatore ieri in conferenza ha avuto commenti freddi per Pallotta e Monchi: «Monchi? Mi dicono sia un grande professionista, l’ho letto sui giornali. Il mio diesse è Massara, persona squisita e grande intenditore di calcio. Bisogna averne rispetto. La cena con Pallotta? È stata l’occasione per esprimergli il mio pensiero. Quello che mi ha detto, invece, va chiesto a lui. Io non sono uno spione...».
Il club inizia a non gradire più la melina del tecnico che ieri ha ribadito che potrebbe restare solo in caso di vittorie: "Se non vinco non resto. E quando parlo di vittoria parlo di titoli, di alzare un trofeo". La sua permanenza nella capitale quindi è legata a Scudetto o Coppa Italia, con le percentuali che non possono essere alte.
Intanto è tornato a parlare l'ex ds Sabatini: "Spalletti pretende da se stesso un risultato. Ma il suo ritorno è stato determinante per la Roma. Ha portato passione e competenza, spero che resti per molti anni. Si contava su alcuni ricavi che non si sono prodotti, manca lo sponsor da 5 anni e magari quei 40-50 milioni non avrebbero reso così drammatica la semestrale – continua Sabatini –. Vorrà dire che eventualmente risolveranno vendendo uno o due giocatori. Conte? C’è stata un’ipotesi, come con Emery, Bielsa e Giampaolo. La qualità di Gerson verrà fuori. A conti fatti, se giochi 5 minuti a 16 milioni, magari conveniva prendere Schick a 4,5 milioni".
(gasport)