Roma, Lucio va oltre il mercato

07/01/2017 alle 14:14.
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IL MESSAGGERO (U. TRANI) -  oggi vola a Genova con i giocatori contati. Non è la prima volta e qualcosa si inventerà pure domani pomeriggio a Marassi, come ha fatto per gran parte del girone d'andata. Anche perché la situazione, dopo le feste, è lievemente peggiorata: alle assenze già messe in preventivo di (in convalescenza) e (Coppa d'Africa), bisogna sommare il nuovo stop di Vermaelen (contusione al polpaccio: non grave) e l'ennesimo contrattempo per (infiammazione al tendine d'Achille: test nella rifinitura odierna a Trigoria). In più è appena rientrato in gruppo. Momentaneamente la Roma è, insomma, incompleta. Ma come ha spiegato Lucio: «La rosa mi va bene così come è». Fissando, però, almeno 2 paletti. Testuale, dalla chiacchierata del toscano a Sky (giovedì 5, quindi 2 giorni fa): 1) «Quelli che partiranno vanno assolutamente sostituiti», cioè non che tornerà, ma girato in prestito al Torino; 2) «Le unità di cui disponiamo non sono molte. Sono poche», ammissione sincera di chi si augura di avere anche il centrocampista chiesto in estate alla proprietà.

 

LABORATORIO APERTO La Roma, anche in emergenza, è riuscita spesso a comportarsi da squadra: il 2° posto dimostra che le idee dell'allenatore a volte incidono più dei rinforzi in panchina. è stato solare quando ha sottolineato quale percorso aspetta i giallorossi nelle prossime settimane. Senza piangersi addosso, ha precisato che «ci sarà un periodo di venti-venticinque giorni in cui giocheremo ogni tre. Lì ci vogliono i calciatori, proprio numericamente. Ma io penso che, se non succede nulla di particolare, riusciremo a sopperire. In questo periodo siamo stati bravi a fare a meno di qualche calciatore che si è infortunato». Parla di se stesso e non solo del suo gruppo. Lucio è intervenuto tatticamente in più match (compresi quelli complicati) della stagione, senza andare a stravolgere l'identità di questa formazione che è stato capace di schierare con diversi sistemi di gioco: dal preferito al 3-4-3 di fine 2016, passando dalla formula ibrida in difesa (3 uomini e mezzo) a quella spregiudicata in avanti (4 attaccanti quasi in linea). Si è sbizzarrito proprio per «sopperire» (verbo usato dallo stesso tecnico sempre giovedì) alle lacune di partenza o del momento. Ha cambiato, pure in corsa, più di ogni altro collega, utilizzando moduli per tutti i gusti. Oltre a quelli già elencati, ha proposto il 4-1-4-1, il e il 4-3-2-1 (e probabilmente altri, mascherati bene ai rivali).

 

ANCHE DS  si è di fatto comportato da autentico direttore sportivo. In campo, però. Cioè non nelle trattative, ma nelle esercitazioni. E così farà fino a quando la società giallorossa non gli metterà a disposizione gli interpreti pronti, non scommesse esotiche, con i quali pensa che la Roma possa essere competitiva fino al traguardo. Basta pensare come ha preso di petto la precarietà nei ruoli che andranno coperti da qui al 31 gennaio. Basta pensare proprio all'ultima partita di campionato, il 22 dicembre contro il Chievo. Senza e , cioè avendo a disposizione solo 2 centrocampisti su 4, ha scelto il 3-4-3, difendendo con i centrali , Fazio e Vermaelen, schierando sulle fasce Bruno Peres ed , abbassando accanto a e puntando sul tridente pesante con ed ai lati di . Opzione possibile domani contro il , specchiandosi nel sistema di gioco del collega Juric: con (o Juan Jesus) al posto di Vermaelen e con a sostituire . Ma ha (e ) in più. E quindi, avanzando nel 3-4-2-1, potrebbe rinunciare a un giocatore offensivo ( o ) per garantirsi l'avvicendamento in corsa ( non c'è più e rimane in bilico). Tornando al mercato, Lucio non si è certo spaventato quando ha dovuto sostituire (situazione simile a quella attuale, in attesa del'esterno giusto). E ha usato, nel , da e Peres da laterale sulla stessa corsia. Mossa vincente negli scontri diretti contro la Lazio e il Milan. E comportandosi meglio di qualsiasi ds.