«Questa squadra non lotta»

29/08/2016 alle 13:48.
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IL TEMPO (E. MENGHI) - Cazzotti al terreno per sfogare la rabbia di una vittoria buttata via a due minuti dal 90’ e pugno di ferro con chi sbaglia. Il sergente ha guidato la squadra da bordo campo sgolandosi soprattutto con , sostituito all’intervallo, con in un faccia a faccia ad alto tasso di personalità e con quel a cui aveva ceduto la fascia da capitano che spettava a , perché ha regalato il pallone del 2-2 al Cagliari.

I rimproveri ad personam li lascia però nello spogliatoio e davanti alle telecamere l’allenatore punta il dito contro l’atteggiamento generale dei suoi: «Roma fragile? In alcuni momenti sì, in altri forte. Non abbiamo raggiunto un equilibrio di continuità e mentale. Il problema sembra la scarsa personalità: nel momento più facile da gestire ci viene il braccino, il piedino più corto, tutti 36-37, non riusciamo a fare passaggi facilissimi e gli altri prendono coraggio, ci provano e se sono bravi raggiungono l'obiettivo come ha fatto il Cagliari. Il Porto non sia una scusa, se ti spegni dopo una sconfitta è difficile pensare ad obiettivi importanti, se non reagisci hai finito di giocare prima di smettere. Bisogna tornare a casa con questo pari, ce lo siamo meritati».

In pieno recupero stava per farsi perdonare l’errore difensivo e prima di lui tanti romanisti sono andati vicini al gol che poteva spegnere le ambizioni degli avversari: «Da ultimo abbiamo fatto due strappi dove potevamo vincere la partita, siamo arrivati di là determinati, loro avevano raggiunto il pari e a noi è mancato il centimetro».

non si tira fuori dal caos, anzi, si fa carco di tutte le responsabilità dopo un’altra gara di rimpianti: «L’allenatore ha più colpe di tutte». Tra le decisioni prese c’è anche quella di punire per l’espulsione ingenua con il Porto lasciandogli al braccio solo la fascia nera in segno di lutto: «Abbiamo un’etica fra di noi, siamo un gruppo unito e lo stesso Daniele è d’accordo nell’avere un regolamento a cui attenersi». La punizione non è finita: «Sarà così almeno per le partite dove sarà squalificato. è dispiaciuto più di tutti».

La stanchezza si è fatta sentire nella gara di Cagliari, ma nega eventuali problemi fisici: «Non c’entra la difficoltà fisica con il giocare la palla a 5 metri. La difficoltà fisica è quando uno ti punta e tu non riesci ad opporti. Quando hai tu la palla e non scegli bene è più una questione di testa. Si deve avere una forza mentale, ci sono troppe divagazioni. Secondo me ci sono poche scusanti, bisogna registrarsi un attimino ed allinearsi a quello che deve essere il nostro modo di stare in campo. Il nostro grafico deve essere sempre verso l’alto, sennò poi diventa difficile e si può anche perdere. Loro hanno colpito anche un palo, noi abbiamo opposto poca forza, soprattutto mi garba poco questo atteggiamento un po’ distrutto quando si recupera palla, si lotta poco, c’è poco da fare». Da salvare c’è il gol di : «Abbiamo ritrovato un grande giocatore sullo spettacolare movimento di . Meno male che l’ha fatto sennò avremmo perso la partita... ». ride amaro.