Aumentano sempre più i rimpianti per una mossa tardiva

14/03/2016 alle 13:10.
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IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - E sono otto. Di fila. «Un rimpianto non aver scelto prima ? I rimpianti servono a poco. Ci sono sempre motivi alla base di decisioni, giuste o sbagliate che siano. Inutile pensare a cosa poteva essere, pensiamo a quello che è la Roma ora e a cosa stiamo costruendo. sta facendo bene e questo è un auspicio per il futuro», ha dichiarato il Mauro , prima del fischio d’avvio di Mazzoleni, ai microfoni di Mediaset Premium. Ha ragione, il dirigente, quando sostiene che le decisioni si possono sbagliare o azzeccare ma, alla luce dei numeri raccolti dalla Roma spallettiana, non v’è dubbio che sia stato un (grave) errore non cacciare prima Rudi . Occhio alla cifre: otto successi consecutivi, dopo il ko di Torino contro la , 24 gol all’attivo, media di 3 partita, solo 6 al passivo. Venticinque punti in dieci gare di campionato. Terzo posto in classifica, con 5 lunghezze di vantaggio sulle quarte, e . C’è bisogno di aggiungere altro per certificare la bontà della scelta del presidente (ammaliato e spinto da Alex Zecca), il primo e unico a voler cambiare la conduzione tecnica quando ancora gli uomini del suo management negavano che la Roma fosse in crisi?

L’ORO DI LUCIO - La verità di tutta la faccenda è che è bravo, molto bravo, e che il suo predecessore è meno bravo di lui, e pure di parecchio. Questo non vuol dire che Lucio ha fatto poco o che l’abbia fatto con la pipa in bocca, perché era semplice far meglio del nulla; anzi, l’esatto contrario. Il gruppo che era agli ordini di monsieur Rudi, quello che aveva smesso di giocare proprio in occasione della trasferta di Udine del passato campionato, è diventato una squadra. Una squadra vera, anche per il (finalmente) prezioso innesto degli acquisti di gennaio del ds , che in mezzo al campo sa esattamente cosa fare e quando farla. La testimonianza di quanto prodotto in allenamento, dell’addestramento quotidiano a Trigoria che ai tempi del francese era inesistente o quasi. E pure del lavoro fatto da Spaletti sulla/nella testa dei calciatori. Qui, sia chiaro, non si vuole sparare sul pianista che non c’è più: non sarebbe corretto farlo. Ma si vuole soltanto sottolineare i meriti del tecnico entrato in corsa. E in netto ritardo, a nostro giudizio. Però, come dice , i rimpianti non servono. Ma alimentano il rosicamento di ciò che poteva essere e non è stato. E, su questo, non c’è un solo tifoso che non sia d’accordo. compreso, anche se non potrà mai dirlo.