Roma, punto e a capo

14/12/2015 alle 13:11.
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IL TEMPO (A. AUSTINI) - Una mezza sconfitta per la classifica, una vittoria per il morale. Il punto che la Roma riporta da , viste le premesse, va accolto con soddisfazione. È il primo di al San Paolo, dove nessuna squadra era riuscita a chiudere la gara con la propria porta inviolata in questa stagione. E mai finora i giallorossi avevano scritto zero nella casella dei gol incassati per due volte di seguito anche se era dal 2008 che i giallorossi chiudevano una partita senza tiri nella porta avversaria (-Roma 2-0). Lo 0-0 col Bate è bastato per gli ottavi di (oggi si decide l’avversaria), quello di ieri costa il sorpasso dei campioni d’Italia in classifica (ora & co. sono quinti), un -7 dall’Inter capolista, ma lascia aperto uno spiraglio di rimonta. A patto che la Roma batta almeno il domenica (ultima vittoria l’8 novembre nel derby) e poi torni se stessa nel 2016.

DIFESA E BASTA - Dopo aver provato in settimana il rombo, decide di opporre al canonico di Sarri un 4-4-1-1, dove si alza alle spalle di e va a pressare Jorginho in fase di non possesso, mentre Iago e si mettono in linea con la coppia in mediana -. Palla alla Roma, diventa un con le due ali che si staccano. Nel primo tempo i due portieri non si sporcano neppure i guanti, Reina ci riuscirà fino alla fine visti i zero tiri nello specchio ricevuti, intanto tocca tanti palloni di piede visto che i compagni non sanno uscire dal pressing avversario e ripartono sempre da lui. Solo in partenza i giallorossi non si fanno spaventare dal San Paolo che ribolle e mettono paura al con un sinistro largo di . Poi una bella azione a destra porta al cross per la testa (fasciata) di che schiaccia male. Ma la Roma finisce lì, perché al primo affondo degli azzurri trema e comincia a rintanarsi dietro. Non che la squadra di Sarri, sempre imprecisa sul più bello, combini chissà che, però è chiaro come gli uomini di giochino col terrore di sbagliare. Troppi, inutili lanci in profondità verso l’isolato a cui si sta chiedendo davvero troppo. Iago resta bloccato a destra per aiutare un ancora in netta difficoltà, ha il motore ingolfato e in mezzo al campo solo , ogni tanto, alza il volume. Così la partita diventa un monologo napoletano, soprattutto sul lato difensivo della Roma. Insigne spara fuori due volte quando avrebbe potuto crossare, Higuain finisce nella morsa di e . Un quasi inedito al 40’: infortunio muscolare all’assistente Cariolato, sostituzione tra arbitri, tocca al quarto uomo Barbirati prendere la bandierina.

LO SPARTITO NON CAMBIA Ancora tanto e poca Roma nella ripresa. La partita non si sblocca solo per l’imprecisione di Hamsik (su buco di ), la bravura di e in mezzo, e le parate del polacco nel finale: due di fila sullo slovacco e una su Mertens, subentrato a Callejon. El Kaddouri dà il cambio a Insigne e spreca l’ultima chance, cerca di dare un po’ di ossigeno ai suoi con , ancora in versione terzino e .

DUBBI E RIMPIANTI C’è stato un solo momento in cui la Roma poteva addirittura vincerla. toglie a un rigore in movimento, rincorre la palla sulla linea e la mette in mezzo per la testa del capitano che fa gol, ma il sostituto-guardalinee Barbirati dice che la parabola del cross ha portato il pallone fuori. Impossibile avere certezze. Sarebbe stato un premio esagerato. Mercoledì in Coppa Italia con lo Spezia e poi col bisogna chiudere l’anno con dignità. Ma nel 2016 la musica deve cambiare. Perché così non si va lontani.