Estate antistress, De Rossi scopre ora l’effetto che fa

03/07/2015 alle 13:40.
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GASPORT (D. STOPPINI) - S’è rifatto con gli interessi. Magari finiranno pure sul conto corrente della Roma, che aspetta un fresco e riposato dopo Vietnam, Cambogia e Thailandia. Mica normale: né il tipo di vacanza, ma verrebbe da dire pure il fatto stesso che sia andato in vacanza. Perché l’abitudine è vederlo in campo, Daniele. È vederlo nel cuore del gioco, della Roma e dell’Italia. Vacanze ora, finalmente un’estate con la spina staccata. Non gli accadeva dal 2011: nel mezzo un Europeo, una Confederations Cup, un Mondiale. Tanti tackle, tanto sudore, tanto di tutto. E un filo di fiato in meno da spendere per la Roma. Il 2015, adesso, fa rima con riposo: la prima estate da quattro anni a questa parte senza una competizione da giocare.

UN PO' DI RIPOSO - L’ultima volta coincise con una delle migliori stagioni di con la maglia della Roma. Il legame con Luis Enrique, nell’estate 2011, e un campionato eccezionale per rendimento. Proprio mentre il contratto con la Roma andava in scadenza e mezza Europa prendeva informazioni. Poi la storia ha detto rinnovo fino al 2017 e un altro mondo giallorosso pronto ad aprirsi. Principio di una seconda parte di matrimonio sereno, almeno a prima vista. E invece no. E invece apriti cielo. Mai più un’estate senza pensare al calcio. Mai più un’estate senza il pensiero dell’addio alla Roma, divenuto fortissimo — quasi una certezza — nel 2013, dopo il derby perso in finale di Coppa Italia, prima di una Confederations che lo stesso avrebbe poi definito rigenerante. E idem nel 2014, quando cominciarono a rincorrersi le voci di un pronto a sbarcare negli Stati Uniti. è ancora qui. La voglia di provare un’esperienza all’estero c’è sempre. C’è quella vocina che lo spinge nella Mls — che, tanto per chiarire, un sondaggio l’avrebbe fatto anche di recente —, quell’altra che lo vorrebbe tra un paio d’anni al Boca Juniors. Ecco, tra un paio d’anni. ora serve a .

AL RISCATTO -  Serve perché a centrocampo sono solo in quattro, aspettando e sperando in . E perché avrà pure rinnovato, ma con la carta d’identità e il ginocchio del maliano sarà bene procedere con cautela. Un centrocampista arriverà, sicuro. Ma la Roma che si mette in moto in queste ore, intanto, lo fa sotto la stella di . Stella in qualche modo attesa al riscatto. Perché dietro le spalle il centrocampista si è lasciato un anno pieno di dolori muscolari, di delusioni azzurre — per la prima volta un c.t. l’ha lasciato fuori dalle convocazioni per scelta tecnica — e pure di amarezze giallorosse. Perché c’è stato un momento della stagione, lo scorso autunno, in cui aveva scalato le marce, finendo indietro nelle gerarchie di , pure in panchina in qualche big match. Quello stipendio da 6 milioni all’improvviso è tornato a pesare. Quella faccia malinconica è tornata forse a pensare troppo. Ma è durato poco. Resta la forza e la serenità del rapporto con Sarah Felberbaum. Resta l’orgoglio di giocare per una maglia che pesa. Pesa tanto, pesa troppo. E sotto la curva, al richiamo di qualche pseudo-tifoso, magari ti fa dire e fare cose poco politically correct . È la Roma dei «maiali col microfono» denunciati dallo stesso in passato. È una Roma che a volte gli sembra un po’ il Vietnam in cui è andato in vacanza. Chissà, forse il viaggio sarà servito per apprezzare pure le differenze.