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Pjanic alla Totti per ritrovare il gioco

27/04/2015 alle 13:44.
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IL TEMPO (A. SERAFINI) - A questo punto, tanto vale provarle tutte. Sabato sera a San Siro ha sfoggiato l'ultima freccia rimasta nell'arco romanista, una «disperata» contromisura che il tecnico è intenzionato a riproporre in questo delicato finale di stagione. Di fronte a una continua involuzione realizzativa (soltanto Chievo e Parma hanno segnato meno della Roma nel girone di ritorno), il francese è pronto a cambiare nuovamente, confortato anche dai pochi segnali di ripresa tattica registrati dopo l'uscita di capitan . Non è certo passata inosservata la scelta di richiamare in panchina il numero 10 dopo appena 52 minuti di fronte all'ingresso di un centrocampista come , considerando inoltre che al momento del cambio la Roma era sotto di un gol. La decisione di avanzare nel ruolo di trequartista e arginare la linea del centrocampo con , e ha garantito quantomeno una crescita del ritmo nella costruzione del gioco fino al momento del momentaneo pareggio realizzato proprio sull'asse -. Soltanto una coincidenza? Per la risposta basterà aspettare mercoledì, quando potrebbe provare nuovamente il sistema «a rombo».

Condizione che appare necessaria aspettando che i terminali offensivi giallorossi ritrovino la forma migliore, perché se Doumbia non sembra ancora in grado di fornire un supporto da minimo sindacale, anche non riesce più a sobbarcarsi l'intero peso dell'attacco. D'altronde Francesco non ha ancora recuperato la condizione fisica migliore dopo i fastidi muscolari avvertiti nelle ultime settimane. Inoltre capita spesso che il movimento degli attaccanti latiti proprio quando riceve il pallone, costringendolo a ricominciare l'azione senza poter lanciare in profondità. Per questo la Roma è pronta a cambiare, proponendo il quarto modulo utilizzato nell'ultimo biennio e già visto per spezzoni di partite in questa stagione. Con l'unica eccezione di Monaco, dove per limitare i danni si passò ad un 4-4-2 inedito, anche l'amato ha cominciato ad aver bisogno di un'alternativa. I passaggi intermedi con il (spesso schierato in corso d'opera) lasceranno quindi campo al 4-3-1-2 col trequartista dietro due punte più strette. Un compito affidato a almeno fino a che la caviglia non continuerà a procurargli altre preoccupazioni. Il bosniaco comunque vuole esserci, stringendo i denti e rimandando la risoluzione del problema soltanto al termine della stagione. All'occorrenza può schierare in quella posizione anche e , entrambi adatti a quel ruolo. Il serbo, rimasto in tribuna al Meazza per un problema ai flessori (escluse lesioni, solo un affaticamento) oggi riprenderà ad allenarsi con regolarità a Trigoria.

Con l'assenza di uno tra e Doumbia, gli attaccanti dovranno svolgere compiti diversi. Nelle restanti 6 gare Gervinho, e sono pronti a giocarsi gli ultimi due posti che rimangono, cercando di trovare l'imbucata centrale senza essere costretti a partire e ricevere il pallone sulle fasce. Movimenti che per caratteristiche sembrano adattarsi proprio all'argentino, non a caso diventato più incisivo e presente nella manovra contro e Torino, uniche occasioni in cui lo aveva avvicinato maggiormente alla porta. Mercoledì a Reggio Emilia, Gervinho sembra essere il primo indiziato che partirà dalla panchina: dopo la scossa lanciata da nel post gara, «molti di noi devono cambiare atteggiamento», ora si attendono ancora una volta le risposte. Da tutti.

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