GASPORT (A. PUGLIESE) - Ci fosse di mezzo un pubblico ministero, avrebbe già aperto un fascicolo ad hoc, pronto alla fase delle indagini preliminari per capire davvero dove sono le colpe. Di Rudi Garcia? Della società? Dei giocatori? Probabilmente, le responsabilità abbracciano tutte e tre le anime giallorosse, chi più chi meno. Di certo, per ora, c’è solo che la Roma è davvero evaporata e sembra la brutta copia della squadra spumeggiante di inizio stagione.
LA SQUADRA Oggi la Roma non gioca, sembra come un bimbo che ha smarrito la strada e non sa che fare. È spaesata, confusa, insicura. Di certo, ad esempio, manca qualità e palleggio nella coppia centrale di difesa, il che fa sì che il gioco fatichi subito, a volte ristagnando. Castan e Benatia erano un’altra cosa ed è stato un delitto dividere la coppia (al netto dell’infortunio del brasiliano), Manolas e Yanga-Mbiwa invece non hanno piedi eleganti e l’unico che può impostare, Astori, è in un’involuzione senza fine. Così la palla invece che salire spesso si ferma, con appoggi laterali o all’indietro. Con la condizione fisica poi che è quella che è, il centrocampo è lento e le linee di passaggio per i centrali di difesa si affievoliscono. Così come davanti gli attaccanti non pressano ed i portatori di palla avversari sono liberi di giostrare come vogliono. Tra gli equivoci c’è poi Maicon, in condizioni fisiche a dir poco critiche, a cui si aggancia Florenzi: prima esterno alto, poi basso, a volte centrocampista, con l’Empoli addirittura centravanti, con il risultato che si sta smarrendo pian piano a forza di cambiare posizione. Infine le palle inattive, quasi sconosciute. La Roma su calcio d’angolo sa solo mettere la palla dentro, su punizione si affida sempre ai tentativi diretti di Totti, Pjanic e Ljajic. Mai uno schema, mai una giocata diversa, un’alternativa.
LA PREPARAZIONE Poi c’è la questione fisica, con la Roma che ha perso brillantezza, arriva seconda sul pallone e non ha l’agilità che ti permette di andare, scattare, vincere duelli, uno contro uno o recuperare palloni. Insomma, manca di reattività atletica, la grande accusa che aleggia su Paolo Rongoni, il preparatore atletico portato da Garcia. I dubbi sono anche quelli di alcuni giocatori, costretti spesso a lavori sulle distanze lunghe o in palestra. Rongoni è un lavoratore, si andrà avanti così. Ma qualcosa verrà modulato diversamente.
IL MERCATO Di fatto, la Roma sul mercato si è rinforzata, questo è evidente. Ma è successo più perché Doumbia e Ibarbo hanno valori davvero importanti o solo perché vanno a sostituire giocatori che in questi primi sei mesi hanno dato poco (Destro) o niente (Borriello)? La Roma ci crede ed è ovviamente convinta della prima tesi, quella legata ai valori dei singoli. A Garcia, però, continua a mancare un centravanti vero, almeno così sembra. Doumbia lo è ma soprattutto di manovra, mobile, uno di quelli che tende anche spesso ad uscire. Ibarbo proverà a farlo come ci ha provato a Cagliari, ma non ha una confidenza rodata con il ruolo. In buona sostanza, l’uomo da 15-20 gol (anche se a Trigoria non lo vogliono) manca. Forse arriverà a giugno, per ora no.