GASPORT (M. CALABRESI) - Riana Nainggolan, l’italiano lo capisce a perfezione. Lo parla poco, ma quanto basta. «Per giocare, è fondamentale sapere la lingua, almeno le parole base. E pure qualche parolaccia».
Le dispiace essere riconosciuta più come «la sorella gemella di Radja» che come Riana? «Preferirei solo Riana, ma è normale mi conoscano così».
È mai venuto a vedere una partita della Res Roma? «Il sabato gioca o è in ritiro, ma appena potrà lo vedrete. Intanto, si informa su tutto, e quando può mi accompagna agli allenamenti. Un fratello d’oro».
Senza Radja in Italia, avrebbe mai lasciato il Belgio? «No, ma ne è valsa la pena. Di Roma mi piace tutto, tranne il traffico».
Chi dei due ha avuto prima la passione per il calcio? «Ho iniziato un anno dopo di lui. Nel Tubantia (ad Anversa, ndr) non c’era una squadra femminile, ma non fu un problema giocare con i maschi. Non so chi fosse il più forte, giocavamo in ruoli diversi. Lui è rimasto centrocampista, io con i maschi ero difensore».
Ora, però, indossa la numero 9. «E attaccare mi piace molto di più. Il mio modello? Neymar: un grande, amo il suo stile».
A proposito di stile, che ne pensa dell’ultimo tatuaggio di Radja: (una tigre con un veliero? ) «È bellissimo. I tatuaggi mi piacciono, ne ho sei, ma la sfida la vince nettamente lui, il più “matto”. Già sarà a 50…».
Si sente Fighter anche lei? «Sì, entro in campo con la sua stessa grinta. Abbiamo caratteri simili. Il suo essere lottatore si nota di più. Ma è un uomo».
Perché il calcio è ancora così coniugato al maschile? «Perché ci sono più tifosi, più soldi, più media, più praticanti. Mentre verso di noi, ancora troppi pregiudizi».
Anche l’idea diffusa che sia elevato il tasso di omosessualità. «Io ad Anversa avevo una fidanzata, e nessuno mi ha mai guardato con occhi diversi. Ora la storia è finita, ma non per colpa di fattori esterni».
A proposito di donne, suo fratello e molti compagni a Mosca sono stati beccati in un night. «Non hanno fatto del male, ma sono stati un po’ stupidi, perché avrebbero dovuto pensare che c’erano dei giornalisti. Un po’ troppo ficcanaso».
Giornali, che qualche mese fa scrissero di una lite furiosa tra Radja e la moglie Claudia. «Tutto passato. Viviamo nella stessa casa, e viviamo benissimo. Cucinano Claudia e la tata, noi siamo atleti, arriviamo stanchi (ride, ndr)».
Stupita dal fatto che non sia stato convocato per il Mondiale? «Lo avrebbe meritato, ma l’allenatore non voleva proprio saperne di aprire gli occhi. Menomale che ora si è accorto di lui».
I tifosi della Roma, di Radja, si sono accorti eccome. «È in una forma straordinaria. Ora tornerà Strootman, sarà una Roma più forte, ma quella sostituzione negli ultimi minuti a Mosca non l’ho capita».
Più facile che lo scudetto lo vinca la Roma o la Res? «Forse più la Roma. Ma anche noi abbiamo una buona squadra: pure noi con gli arbitri non siamo state fortunate».
La vedremo mai con la cresta bionda di suo fratello? «Bionda forse no, ma con i capelli sono strana anch’io. Aspettatevi di tutto».