Ma Uçan e Paredes? I dimenticati di Garcia chiedono una chance

27/10/2014 alle 08:44.
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GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Quaranta minuti scarsi in due, quattro presenze totali, nessuna dal 1’. Destino comune, quello di e Leandro : arrivati in estate come colpi giovani della campagna acquisti della Roma, erano considerati ricambi non (ancora) all’altezza dei titolari, ma affidabili per entrare a partita in corso e mettere in campo talento e minuti al posto dei vari , , , e , quando rientrerà. Invece, se si esclude qualche sporadica apparizione, non li ritiene ancora pronti per giocare ad alto livello e le rotazioni del centrocampo non li hanno mai riguardati. «Eppure crescono», è il mantra che arriva da Trigoria: lo dice l’allenatore, lo dicono i dirigenti e lo ammettono anche i compagni di squadra.

Un’estate fa Almeno al Bernardini la loro presenza è costante, anche se è stato costretto a saltare 4 partite per colpa di un infortunio muscolare che l’ha tenuto fuori ad inizio stagione. I guai fisici, uniti a difficoltà d’ambientamento comprensibili per un ragazzo che deve ancora compiere 21 anni e che non parla né italiano né inglese, hanno fatto sì che l’esordio arrivasse soltanto pochi giorni fa contro il Chievo. Tre minuti scarsi al posto di , i primi ufficiali dopo le 17 presenze dello scorso anno con il Fenerbahce. In estate, dopo il gol contro la selezione Under 23 dell’Indonesia, i tifosi già impazzivano per lui ed erano convinti di avere in casa il nuovo . Se così sarà lo stabilirà il tempo, perché il talento è giusto, l’esperienza ancora no.

I consigli di Erik Al contrario di , non ha avuto problemi Leandro . Lui con la Roma si è allenato sempre, l’italiano lo capisce, ma occasioni per giocare titolare non sono arrivate. Sempre per scelta tecnica. Col Chievo l’occasione sembrava quella giusta, poi ha scelto i soliti titolari e a lui sono toccati solo i 20’ finali. Leandro aspetta, anche se scalpita perché sa che si gioca la possibilità di essere riscattato dal Boca. La presenza della famiglia a Roma lo aiuta tanto, così come lo aiutano i consigli — a distanza — del suo amico Lamela, uno che conosce bene piazza e società. Società che, però, continua a trattare Rabiot. Dovesse arrivare a gennaio, aumenterebbe la concorrenza e allora l’ipotesi di un prestito di non sarebbe poi così remota. Sei mesi fuori, a giocare, per ritrovarlo il prossimo anno pronto a contendere il posto ai big del centrocampo.