E' tanta Roma

13/04/2014 alle 10:19.
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GASPORT (M. CECCHINI) - Ci sono notti più tenere delle altre. E le due che la Roma passa a -5 della vetta – in attesa che la domani vada in scena a Udine – hanno la morbidezza e la malinconia delle pagine di Francis Scott Fitzgerald, perché la squadra giallorossa, che grazie alle reti di Taddei, e Gervinho regola per 3-1 un’Atalanta in gol nel finale con Migliaccio, pesca nel suo campionato ancora nuovi record, rendendo sempre più sfortunato e per certi versi misterioso un tale distacco dalla capolista. Il 7° successo consecutivo significa agganciare il primato di vittorie in campionato (24) che appartiene ai gruppi di Spalletti (2007- 08) e Ranieri (2009-10) entrambi finiti al 2° posto. Le 5 gare che mancano (e con soli 3 punti la diretta è matematica) autorizzano a prenotare un record.

Difesa brasiliana In attesa di scoprirlo, la Roma – orfana di , , e – sceglie la partenza a razzo per spegnere qualsiasi velleità dei bergamaschi, reduci sì da tre successi nelle ultime tre trasferte, ma psicologicamente fiaccati dalla sconfitta in casa col Sassuolo e quindi, dopo ieri, ancora più lontani dal sogno europeo. D’altronde, non è un caso che l’archeologica difesa composta da Stendardo e Yepes soffra la velocità di Gervinho e di un che non giocava titolare da oltre due mesi. Basta questo per creare il panico e far arretrare il baricentro nerazzurro di dieci metri. Così schiacciati, azzanna Migliaccio e Taddei in avvio controlla senza fatica Cigarini, concedendo a la libertà di concludere o rifinire dalla lunetta, privilegiando i tagli o le incursioni di e Dodò, controllati con qualche affanno da Bonaventura e Estigarribia. Non è un caso che nel primo tempo le conclusioni dei giallorossi verso la porta siano ben 13. Tre volte tocca a Consigli dire di no a Gervinho (3’), (17’) e (36’), ma il varco giusto lo trova prima Taddei di controbalzo appena dentro l’area, servito da una palla di Dodò su cui interviene male Stendardo (13’); poi , servito dall’asse -, dopo che Migliaccio aveva perso una palla a centrocampo innescando la ripartenza di Gervinho (44’). In mezzo a questi due episodi comincia a vedersi anche qualche lampo d’Atalanta, soprattutto perché la difesa tutta brasiliana trova in un solido scoglio a cui si aggrappa spesso Toloi (alla seconda presenza), mentre e soprattutto Dodò cominciano un po’ a patire il talento di Bonaventura e la corsa di Estigarribia.

super Buon per la Roma che davanti alla difesa sia un catalizzatore di palloni in stile «mundial». Non a caso al 6’ santifica la sua prova salvando un gol fatto, perché ribatte un tiro di Denis che aveva già scartato . Se finalmente Cigarini e Migliaccio cominciano a cucire qualche manovra sulle fasce, le praterie che si stendono dinanzi ai giallorossi innescano facilmente le ripartenze, in una delle quali, al minuto 18, tocca a innescato da regalare l’assist a Gervinho. Partita finita? Virtualmente sì, ma la lunghezza delle due formazioni crea un po’ di spettacolo, soprattutto quando i bergamaschi passano al con l’ingresso di Livaja e lo spostamento in avanti di Bonaventura. Detto che in due rovesciamenti di fronte la squadra di sfiora il 4-0 (al 27’ palo di , al 30’ gol sciupato da Gervinho a porta vuota), nella ripresa comincia a guadagnarsi la giornata, intervenendo su Estigarribia (6’), Livaja e Bonaventura (26’), anche se deve arrendersi al colpo di testa di Migliaccio (33’). Morale: non sarà perfetta come nel girone d’andata, ma la Roma dice chiaro e forte che non mollerà fino alla fine. La è avvisata, così come il buon gusto del nostro calcio, visto che chiudiamo con l’eleganza di uno striscione e di un coro di produzione ultrà: «Tosel muori » e «O Pessotto buttate de sotto ». Roba da uomini veri