C'è chi esulta per i pareggi...

10/02/2014 alle 08:22.
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IL ROMANISTA (V. META) - L’arbitro ha il fischietto in bocca, quando sui maxi schermi compare l’annuncio del 2-2 del Verona con la . Basterebbe questo per raccontare quanto grossa sia l’occasione che la Roma perde pareggiando senza gol un derby senza spettacolo e pure senza grandi emozioni, che avrebbe potuto proiettarla virtualmente a -4 e invece nella migliore delle ipotesi la lascia a -6. Poteva andare peggio, insomma, ma contro una Lazio ben messa in campo ma non certo irresistibile, poteva andare anche molto meglio. Gervinho in giornata no, in leggero debito d’ossigeno, in compenso il solito . Nessuna sorpresa nella formazione di , che preferisce la classe di alla grinta di e conferma dal primo minuto al centro del tridente completato da Gervinho e . Reja, invece, oltre a lasciare in panchina Marchetti per Berisha, opta per il modulo con tre punte, Klose al centro, Candreva a destra e il giovane a sinistra.

Sarà che la Sud esibisce la sua scenografia proprio al fischio d’inizio e per un po’ l’aria è satura di fumogeni, sarà che la Lazio che non doveva chiudersi invece si chiude benissimo e la Roma, che pure di suo non è precisissima, fatica parecchio ad arrivare in area avversaria, ma per vedere un tiro in porta bisogna aspettare un quarto d’ora: riceve palla sulla destra a ridosso del lato corto dell’area, ha il tempo di dare un’occhiata in mezzo e sceglie sul palo opposto , che tutto solo potrebbe fare tante cose, ma preferisce calciare al volo, la coordinazione c’è, la mira no e la palla finisce altissima.

La Roma ci riprova al 22’, quando va a battere una punizione al limite dell’area e pesca sul secondo palo l’inserimento di , Ledesma riesce ad anticiparlo in extremis. Tre minuti più tardi Gervinho si vede annullare per fuorigioco millimetrico un gran gol, ribadendo in rete una conclusione respinta di . La Lazio fa molto pressing, ma di veri pericoli per non se ne registrano fino al 36’, quando Lulic va via sulla destra e mette in mezzo per Ledesma, di prima intenzione e pallone alto. Per cinque minuti sale in cattedra Pjanci, prima con un servizio per Gervinho che conclude debolmente, quindi con un bel triangolo con chiuso dallo stesso bosniaco, che da ottima posizione al limite dell’area piccola perde il tempo per la conclusione e si fa togliere il pallone. Chiude il primo tempo un terrificante di dal vertice dell’area, anche stavolta la palla è di poco alta sull’incrocio lontano. Quando si ricomincia, nella Lazio c’è Mauri al posto di , con relativo passaggio al 4-1-4-1 (Ledesma davanti alla difesa, Candreva e Lulic esterni di centrocampo), e si finisce per giocare quasi sempre nella metà campo lato , dove stazionano costantemente almeno dieci dei giocatori di Reja.

Trovare spazi è complicato, ma quando la Roma ci riesce spesso è la mira a fare difetto: succede a Gervinho al 7’ (slalom in area e sinistro sul primo palo messo in angolo da Berisha), a , al termine di una bella azione di prima iniziata da e rifinita da , e poi a , che al 12’ si inventa un a giro che cambia improvvisamente traiettoria all’ultimo momento, ma non abbastanza da inquadrare la porta. Al 20’ fa il suo esordio in giallorosso Michel Bastos, che va a prendere il posto di nel tridente: l’impatto non è esaltante, anche perché la squadra fatica a far arrivare davanti palloni giocabili, nonostante il solito gran lavoro di lavanderia di . prova a giocarsi la carta inserendo per (il serbo va a fare il trequartista) e poi anche per nei dieci minuti finali. Al 40’ recupera un gran pallone e scambia con , palla per Bastos che potrebbe mettere in mezzo ma preferisce concludere e il suo sinistro è deviato in angolo. Il brasiliano ci riprova un minuto dopo, stavolta il cross basso è perfetto, non fosse che di fa anticipare in area piccola. I due minuti di recupero servono solo ad aumentare il senso di occasione sprecata.