CORSERA (L. VALDISERRI) - Chi vede sempre il bicchiere mezzo vuoto penserà che era un turno apparentemente molto favorevole alla Roma e che, invece, hanno vinto sia Juve che Napoli, a Cagliari e a Verona, e che i bianco
La Juve è una squadra costruita nel tempo, che a una base già solida ha aggiunto due attaccanti forti e complementari (Tevez e Llorente) e la maturazione definitiva di Pogba. La Roma partiva da una situazione psicologica difficilissima, dopo la sconfitta nella finale- derby di Coppa Italia e una campagna acquisti/cessioni che ha portato nelle casse circa 30 milioni di euro. Dire adesso che il colpo decisivo è stata la rinuncia alla panchina di Allegri e Mazzarri, con Garcia arrivato di rincorsa, sarebbe però una grave mancanza di rispetto sia verso il tecnico che verso Walter Sabatini. Il d.s. conosceva il lavoro del francese da tempo, tanto da averlo già contattato due anni fa, dopo la vittoria con il Lilla di campionato e Coppa di Francia. La classifica dice che quasi sicuramente la Juventus vincerà lo scudetto e che la forza del Napoli è tale che la corsa per il secondo posto è apertissima. Ma nessuno potrà togliere a Garcia la soddisfazione di aver ridato fiducia a un gruppo che, in estate, era dovuto passare per le forche caudine della contestazione. La Roma non si limita a vincere, gioca anche un ottimo calcio.
Ha un forte valore simbolico, in questo senso, il gol che ha aperto la gara: una rovesciata di Alessandro Florenzi che, visto che uscito da poco il nuovo album Panini, è degna di quella che campeggia sulle bustine. Florenzi è stato il capitano della Roma Primavera, uno dei tanti prodotti delle giovanili giallorosse e del lavoro di Alberto De Rossi. Alla base romano/romanista si sono aggiunti talenti come Pjanic, Strootman, Benatia, Ljajic, Destro e lultimo arrivato Nainggolan, ieri molto positivo nella variazione del 4-2-3-1 al solito 4-3-3. Cè una base solida per costruire, in due o tre anni, una squadra di primo livello.
Se il presidente Pallotta vorrà, se Sabatini continuerà il suo lavoro e se a Garcia verrà data carta bianca per un ruolo «alla Ferguson ». Il Genoa era senza Gilardino, squalificato, ma ancor più grave è sembrata lassenza, decisa dal suo allenatore, di unidea di gioco che non fosse la ricerca di una difesa a oltranza, con nove o dieci uomini dietro la linea del pallone. Il Genoa non è certo uno squadrone, ma in campionato ci sono sicuramente squadre meno attrezzate dei rossoblu. Nessuna, però, si era presentata allOlimpico in veste tanto dimessa e con unidea di calcio così rinunciataria. Una squadra tanto brutta da non essere sicuramente quella vera.