IL ROMANISTA (L. PELOSI) - Antonio Damato è un tifoso dellInter. Lo ha scritto Repubblica il 5 gennaio 2002. La notizia fu ripresa dopo Roma-Sampdoria 1-2, partita del campionato 2009-10, arbitrata da Damato, che sull1-0 per la Roma non conces
Braccio lontano dal corpo che devia la traiettoria del tiro. Poche storie, è rigore e quello è un errore in buona fede (stiamo imparando) commesso dallarbitro Antonio Damato, tifoso interista. Quando uscì la notizia della sua fede nerazzurra (dellInter eh, non dellAtalanta), con tanto di foto, lui smentì solo di essere il personaggio ritratto nella foto, non di essere tifoso dellInter (che è - casualmente e in buona fede - la squadra immediatamente sotto alla Roma, in classifica). Nella stessa azione, altro errore in buona fede (sì, stiamo imparando): il fuorigioco di Bradley non cè, il gol era regolare. Nel primo tempo, sempre in buona fede (ormai siamo bravissimi, potremmo quasi condurre la moviola a Juventus Channel), Damato aveva sorvolato su Cazzola che abbraccia Gervinho in area. Antonio Damato, tifoso interista che non ha mai smentito di esserlo, era larbitro addizionale in Torino-Roma.
Sull1-1 vide un fallo su Maicon al limite dellarea e non lo segnalò allarbitro Banti, che non aveva concesso un rigore per un fallo clamoroso su Pjanic in area. Errori in buona fede di una coppia che sè riproposta ieri, perché Banti era laddizionale di Damato. Era la giornata prima di Roma-Sassuolo, quando Giacomelli non concesse un rigore per fallo su Ljajic sull1-0 per la Roma e non espulse Berardi, autore di due gomitate, una su De Rossi e una su Maicon, entrambe da ammonizione. Berardi segnò poi l1-1. E poi ti rispondono col rigore su Gervinho in Inter-Roma (finita 0-3 e già sullo 0-1) e con quello su Borriello in Roma-Napoli, che cera perché il fallo lo comincia Cannavaro. Ma ormai abbiamo imparato. Se ci sono erorri, sono in buona fede. Come la fede interista di Antonio Damato.
Come il gol annullato a Paloschi sull1-1 di Chievo- Juventus o le tre occasioni in cui la Juventus è andata in vantaggio con un gol irregolare: contro il Torino, contro il Genoa e contro il Napoli. Ma la verità è che dobbiamo imparare dalla Juventus a non essere vittimisti. Da Antonio Conte, in particolare. «La Juventus che potrebbe portare a casa il terzo scudetto consecutivo creerebbe problemi a molti. Diamo fastidio ai nemici», ha detto il 5 ottobre. Il 26 ottobre invece parlò di «tentativo di destabilizzarci dallesterno per non farci vincere». Mica è vittimismo, quello. Ed è in rigorosa buona fede. Rigorosa.