IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Ci stava per rimettere un polmone per la Roma: Kapfenberg 1999, scontro violento con Mangone durante un allenamento: pneumotorace, ricovero in ospedale, fine del ritiro. Inizio stagione in salita con Capello dopo gli anni di fuoco con Zeman. Un anno dopo ci ha rimesso un ginocchio, altro anno in
La serie A, al suo secondo atto col Sassuolo, ha provato a rigiocarla a viso aperto, come è il suo carattere e come dettano gli insegnamenti del suo maestro Zeman, cioè col 4-3-3, il modulo che gli ha regalato la promozione col Sassuolo. Poi invece si è improvvisamente capellizzato, si è messo a tre dietro, due ali veloci e che sanno coprire, un attaccante (Zaza o Floro Flores) e un mezzo attaccante come Berardi (una stellina vera e propria) e via. Qualche risultato è arrivato, il primo positivo proprio a Napoli, un punticino dopo sette sconfitte. Adesso ha nove punti, cinque dei quali presi in trasferta. La Roma oltre che dagli amici dovrà guardarsi dagli amici, anche quelli veri come Eusebio. «Il Toro ci ha rovinato tutto, volevamo fermare noi la Roma», dice il patron del Sassuolo, Squinzi. Capito, laria?