GASPORT (A. CATAPANO) - Ore 10.30, sole e vento su via dellIppodromo di Tor di Valle, un tempo la storica dimora del trotto italiano, prossimamente (?) la grande casa della Roma. Un progetto faraonico, annunciato ormai dieci mesi fa, che, però, non è stato ancora presentato né alla stampa né ai tecnici del Comune, che
Una mattinata a Tor di Valle Una guardia giurata requisisce documenti allingresso, un anziano driver tedesco gironzola a caccia di sigarette. «Venite da parte di Parnasi?». No, non cerchiamo il prossimo proprietario, vogliamo quello attuale: Gaetano Papalia. Già, è ancora lui il re (caduto da cavallo) di queste terre. Ultimo rappresentante di una famiglia che ha fatto la storia dellippica, oggi è vittima dei suoi errori, della malapolitica agricola italiana, della morsa di Equitalia e di un contratto la cessione di questarea al costruttore Luca Parnasi che è stato onorato solo in minima parte. E che rischia di diventare carta straccia «se il tribunale fallimentare di Roma manderà tutto allaria!». Che Parnasi abbia annusato laria? Così, in attesa delludienza, Papalia si è barricato in una palazzina nellarea delle scuderie. Da cui esce solo per annunciare: «Vivo qui e ci resterò finché qualcuno non mi porterà via. So che la Roma trasferirà qui tutte le sue strutture, anche i campi dallenamento di Trigoria. Ma io non mi arrendo, sono come quel soldato giapponese per cui la guerra non era finita...».