IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Dieci minuti a chiedersi: e ora? Metaforicamente è latteggiamento dei giocatori giallorossi subito dopo luscita dal campo di Totti. Spaesati e in parte condizionati dallimprevisto. Ma è proprio in quei seicento secondi che la Roma si svela al campionato e si mostra squadra. E il gruppo a emergere
QUESTIONE DI TESTA
La gara con il Napoli è stata la più equilibrata. In bilico e sofferta. Non solo per lavversario che tatticamente sa stare in campo. Per tanti altri motivi. Diversi giocatori non sono al meglio, compreso Totti che si arrende per primo. Da Maicon, al rientro, a De Rossi, costretto a saltare le due gare con lItalia per una lieve pubalgia. Da Strootman che soffre a un tallone a Gervinho che ha un affaticamento muscolare. Da Pjanic che è al settimo cielo per la storica qualificazione mondiale della Bosnia e che deve però fare la quarta gara in tredici giorni a Florenzi che ha dolori sparsi un po dappertutto. Questultimo e livoriano hanno detto stop come il capitano, ma lasciando prima il segno: Gervinho ha conquistato la punizione dell1 a 0 e Florenzi crossato per il rigore del 2 a 0. «Una squadra di uomini veri» lelogio di Garcia a Milano. Oggi è giusto chiamarli uomini e basta. Non è un caso che la chance migliore il Napoli labbia avuta un paio di minuti dopo la resa di Totti: Pandev solo davanti a De Sanctis. E il portiere risulta decisivo come lo è stato contro lInter proprio il capitano. Vale un gol lintervento dellex partenopeo che non prende reti da 501 minuti. Al resto pensa De Rossi, ora capitano: sforbiciata al pallone e calcio dangolo. Il coinvolgimento è totale. E anche il palo di Insigne è in quei dieci minuti di blocco mentale: tutti a chiedersi se il primato in classifica si poteva difendere pure senza Totti. Eccolo Maicon a sinistra e non a destra, in soccorso di Dodò, che è ancora acerbo e che proprio dal connazionale (e da Castan) era stato catechizzato prima del match, e per sbilanciare il giovane attaccante partenopeo.
COLPO DI GENIO
Pjanic suona per lottava che ha il valore della nona. Otto è il record di Trapattoni e Platini nella stagione 85-86 (la Juve ci riuscì pure in quella 30-31), ma Garcia va oltre. In assoluto ha il top: miglior difesa, attacco e differenza reti. Il primato in bianconero di Capello è superiore: 9 successi (in Europa, nel 60, il Tottenham arrivò a 11). Il titolo del 2006, però, se lè ingoiato Calciopoli. Le punizioni, si sa, toccano quasi tutte al capitano. Che non cè. Miralem ha la stessa ispirazione. O forse a trasmetterla al bosniaco è Maradona dalla tribuna, tra un brindisi e un sorriso. Larcobaleno di notte non si era mai visto: lha inventato Pjanic.
CLASSE OPERAIA
Da ieri la difesa, per la distrazione momentanea dellOlympiakos, è la migliore dEuropa (sempre Capello riuscì a prendere una rete in 8 giornate, stagione 93-94 con il Milan, ma senza len plein di successi). Nella ripresa, venerdì sera, sono in undici sotto la linea della palla. Nemmeno Spalletti arrivò ad ottenere tanto, anche se lo avrebbe desiderato. Il 4-1-4-1 è lumiltà fatta sistema di gioco. Si sacrificano tutti, per primi Borriello che conquisterà espulsione e rigore. Sono lì, mano nella mano, a blindare la vittoria e preparare la fuga. Per salire a più 5 sul Napoli e sulla Juve che però giocherà oggi (al Franchi contro la Fiorentina). La Roma, solida e compatta, si tiene tutto. Risultato, imbattibilità e primato. Con il collettivo davanti a tutto. E a tutte.