GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Parlano quasi sempre in inglese, si stimano e si piacciono ma il loro destino, in un verso o nellaltro, è quello di essere spesso in contrapposizione. Giocano nella stessa squadra eppure uno, Bradley, non è mai dato tra i titolari mentre laltro, Pjanic, compare sempre nellundici iniziale. Eppure a volte i ruoli si invertono perché il bosniaco dai piedi doro ha i muscoli di seta e il «marine» americano, che non ha certo una tecnica sopraffina, sopperisce al minor talento con talmente tanta grinta e tanta determinazione che gli allenatori un posto in squadra glielo trovano sempre.
Preoccupati - Speciale sì, ma sempre di amichevole si tratta quindi linvito di Garcia è stato chiaro: «Non fatevi male». Daltronde, quasi tutto il centrocampo giallorosso è in nazionale (De Rossi e Florenzi sono con lItalia, Strootman con lOlanda) e il tecnico aspetta (e spera) che tutti tornino a Trigoria in condizioni ottimali. Bradley e Pjanic lo faranno insieme, come insieme sono partiti: «È strano affrontare come avversario una persona con cui ti alleni e giochi tutti i giorni spiega lo statunitense dopo lallenamento a Sarajevoe con Miralem ne abbiamo anche parlato, ci abbiamo scherzato su. Tutti e due vogliamo vincere: la Bosnia è unottima squadra, ma noi vogliamo fare bene per prepararci nel migliore dei modi alle qualificazioni mondiali».
Fiducia e malumore - E la Roma? Bradley sembra avere le idee chiare: «Partiamo per fare una grande stagione». Magari non sarà il massimo delloriginalità, ma lo statunitense ai proclami crede poco. Soprattutto perché sa che dopo lultima disastrosa stagione è meglio tenere piedi e testa bassi e lavorare. Nelle amichevoli disputate finora è partito titolare cinque volte su sei, solo a Salonicco è entrato nella ripresa al posto, guarda caso, di Pjanic. Il bosniaco ha fiducia in Garcia, con cui sintende a meraviglia, ed è convinto che dopo due anni di luci ed ombre sia il tecnico giusto per farlo esplodere. A patto che la legge del mercato (vendere per il bilancio) non lo coinvolga. E a patto, anche, di rinnovare quanto prima il contratto in scadenza nel 2015. Il giocatore si dice ed è tranquillo, dal suo entourage filtra un po di malumore perché la trattativa, dopo i primi colloqui di maggio, si è fermata. Mala Roma prima di pensare ai rinnovi si è dedicata alla squadra per la nuova stagione. Se persino Totti sta ancora aspettando, Pjanic si metta pure lanima in pace.