IL MESSAGGERO - È cominciata ufficialmente la tournée americana della Roma. Che domani giocherà contro le All Stars della Major League. Dopo Kansas City i giallorossi si trasferiranno a Boston, a casa di Pallotta, per 4 giorni di allenamenti. Poi la fase finale della tournée, quella più eccitante con l'amichevole di Toronto e il gran galà finale
LAMBIZIONE DI FRANCESCO - «Per me è importante affrontare grandi partite, visto che siamo in fase di preparazione ed è gratificante pure confrontarci con i campioni». Ma dove arriverà la sua Roma? Come sta crescendo? Totti è soddisfatto. Almeno così sembra. «Per adesso la società sta facendo una buona campagna acquisti, sta cercando di fare una squadra allaltezza delle big dEuropa. Noi aspettiamo fiduciosi. I grandi traguardi si raggiungono con i calciatori forti», concetto vecchio ma sempre buono. Spesso si è parlato di un futuro di Totti nella MLS statunitense. «Sì, è vero, roba vecchia. Di sicuro sarebbe una bella esperienza di vita. Io qui insieme con Di Vaio? Lui è soddisfatto di stare in Canada e io sono felice per lui. Ho un contratto da rispettare con la Roma, adesso voglio pensare solo al club giallorosso. Quanto a Marco, ribadisco, è un mio amico, è una grande persona, ha voluto fare una esperienza qui, si è trovato bene ed è felice». A fine conferenza, labbraccio del capitano con Thierry Henry, che domani sarà suo avversario. I due si stimano da sempre. Stessa età, scelte diverse: il francese a svernare negli States dopo una brillantissima e vincente carriera, Totti ancora sogna di portare la Roma sul tetto del mondo.
RUDI E DANI - Anche il tecnico Garcia si è detto soddisfatto di poter lavorare negli States e potersi confrontare con i grandi calciatori. «Saranno dei test molto interessanti. È una grande chance per me e per la mia squadra in vista della prossima stagione», le parole del francese. Il tecnico viene chiamato a rispondere ancora sulla questione Osvaldo. Ribadendo. «Non sta benissimo fisicamente, però labbiamo voluto portare con noi: è un calciatore importante, fa parte della squadra». E Fenucci ieri, durante la presentazione dei calendari, ha precisato che «non è detto che vada via».
BRADLEY GIOCA IN CASA - Bradley a suo agio nel suo paese. «In Italia sono molto cresciuto. Miglioro rapidamente rivedendo le situazioni che ho vissuto. È un onore giocare con la Roma. Ogni volta che torno capisco come il campionato statunitense stia crescendo. Me ne rendo conto dallo stadio, dal supporto dei tifosi, dalla qualità dei giocatori e questo permette di avere calciatori per la Nazionale che possano dire la loro a livello mondiale. Totti? È una divinità, siamo diventati amici e per me è un onore stare al suo fianco. Lui è uno dei più grandi giocatori al mondo». E la Roma vuole diventare grande, grazie a un altro americano, James Pallotta. «Il presidente mi ha colpito per l'entusiasmo e la voglia di fare. Vuole costruire qualcosa di speciale facendo calcio. Ha grandi ambizioni, e quando vai a parlare con un club in cui tutti hanno grandi ambizioni si dimostra unità di intenti. Ecco perche ho scelto la Roma».