CORSPORT (M. EVANGELISTI) - Poi le cose finiscono anche bene e quando si vince, pure contro una squadra più orgoglio che talento, più povertà che muscoli, tutto appare sotto una luce diversa. Però le spalle incurvate di Rudi Garcia a metà del primo tempo che piegandosi quasi gli impedivano di mimare i movimenti da effettuare in campo sono il tipico segno della rabbia repressa
Effettivamente no, neppure se alla guida arriva un tipo determinato come Rudy Garcia. «E un allenatore bravo - continua Torosidis - e mi sembra anche una persona perbene, uno che rispetta i giocatori. Io mi sono trovato subito in sintonia, anche se lo scorso anno il clima era comunque buono. Limportante è non chiedere a Garcia di trasformare la Roma con un paio di gesti magici. Tocca a noi giocatori aiutarlo e portare la squadra dove merita di arrivare». Lo scorso anno la Roma è rimasta molto lontana dalla sufficienza e Torosidis ne è cosciente. «Abbiamo chiuso perdendo un torneo molto prestigioso, proprio contro i nostri rivali più accesi. Ma non è da grande squadra continuare a rimpiangere un risultato fallito. Siamo coscienti di aver sbagliato e del perché e del come. Stiamo attenti a non ripetere gli stessi errori. Questo è un anno importante per tutti» . La voglia di rivincita cè e si tocca con mano. Non è un punto di partenza da disprezzare.