«La reazione che volevo»

27/07/2013 alle 10:28.

CORSPORT (M. EVANGELISTI) - Poi le cose finiscono anche bene e quando si vince, pure contro una squadra più orgoglio che talento, più povertà che muscoli, tutto appare sotto una luce diversa. Però le spalle incurvate di Rudi Garcia a metà del primo tempo che piegandosi quasi gli impedivano di mimare i movimenti da effettuare in campo sono il tipico segno della rabbia repressa

 
E Tra i più attesi, l’olandese, ieri al debutto giallorosso. pubblica subito dopo il match un tweet santificando l’esordio: «Era la mia prima partita con la Roma, 60 minuti contro l’Aris. Sono felice di aver giocato» . Vasilis naturalmente era il personaggio della serata di ieri. Perché viene da qui e quando torna gli chiedono giudizi come a uno che ha visto il mondo. Della Roma ormai conosce abbastanza da sapere quanto può aspettarsi: «Siamo una squadra con una sua identità precisa. Non c’è da meravigliarsi se a dirigere le partite sono sempre i e i Burdisso. Non ci si può aspettare che una formazione nel giro di un mese cambi faccia». 

Effettivamente no, neppure se alla guida arriva un tipo determinato come Rudy . «E’ un allenatore bravo - continua - e mi sembra anche una persona perbene, uno che rispetta i giocatori. Io mi sono trovato subito in sintonia, anche se lo scorso anno il clima era comunque buono. L’importante è non chiedere a di trasformare la Roma con un paio di gesti magici. Tocca a noi giocatori aiutarlo e portare la squadra dove merita di arrivare». Lo scorso anno la Roma è rimasta molto lontana dalla sufficienza e ne è cosciente. «Abbiamo chiuso perdendo un torneo molto prestigioso, proprio contro i nostri rivali più accesi. Ma non è da grande squadra continuare a rimpiangere un risultato fallito. Siamo coscienti di aver sbagliato e del perché e del come. Stiamo attenti a non ripetere gli stessi errori. Questo è un anno importante per tutti» . La voglia di rivincita c’è e si tocca con mano. Non è un punto di partenza da disprezzare.