Roma, Zeman non ha perso le speranze: sogna ancora la panchina

31/05/2013 alle 12:20.

GAZZETTA.IT - La cattiva gestione Andreazzoli e il caos a Trigoria hanno dimostrato che il boemo su molte cose aveva ragione e lui, forte del contratto di un altro anno, sogna ancora di avere una terza chance… “Io sono l’allenatore della Roma”. Lo ripete ancora come un mantra Zdenek Zeman. Il contratto valido ancora un anno è lì a dimostrarlo e lui, anche se



RISULTATI — D’altra parte il calcio è pieno di club che esonerano i propri tecnici e li richiamano, perché non dovrebbe succedere ancora, pensano nel suo entourage. I risultati del campo e il mezzo sfacelo che c’è stato a Trigoria dopo la sua partenza hanno oltretutto dimostrato che le critiche che Zeman muoveva erano fondate. Nei mesi senza di lui non sono migliorati i risultati (la Roma è rimasta fuori dall’Europa e ha perso malamente la finale di Coppa Italia che soprattutto sotto la sua gestione era stata raggiunta), è peggiorato il gioco, i big sgonfiati che lo seguivano poco non hanno ripreso vigore (da De Rossi a Stekelenburg, da Osvaldo a ) e i giovani che invece lui aveva valorizzato, hanno visto calare di molto il proprio rendimento (da Lamela a da Piris a Marquinhos fino al desaparecido Tachtsidis).

DIRIGENZA — In più i dirigenti che lo hanno messo alla porta e che lui aveva spronato a far rispettare le regole a Trigoria vivono il loro momento più difficile: da Baldini a l’appeal nella tifoseria è ora vicino allo zero. Anche per questo se dovessero esserci cambiamenti in società e se nel frattempo non dovesse arrivare Allegri in panchina, il boemo pensa ancora che - forte del suo contratto - potrebbe essere richiamato a ultimare il suo lavoro. Le possibilità sembrano davvero quasi nulle ma evidentemente il boemo, che continua a nicchiare davanti alla possibilità di ripartire da , ritiene che ci siano margini. “Io sono l’allenatore della Roma…” continua a ripetere. Di certo buona parte della tifoseria giallorossa ha rivalutato il lavoro e soprattutto le considerazioni che il boemo aveva espresso nella prima parte della sua seconda avventura.

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