CORSPORT (M. EVANGELISTI) - Ha lanciato un gesto, breve quanto il verso di una poesia giapponese e altrettanto sommesso. La spolverata di tifosi della Roma appesi allimbuto tra curva e tribuna non ha neppure veduto svolazzare quello stretto fruscio della mano di Pablo Daniel Osvaldo. Il quale poi si è infilato nel sentiero che porta
Quei tifosi lo avevano leggermente(...) fischiato allinizio della partita. (...) Lui segna, fa il passo a ritroso di Michael Jackson e gli altri lo inseguono e ciascuno festeggia come se avesse segnato il proprio figlio. Forse è proprio così che considerano Osvaldo: il figlio che nessuno vorrebbe avere.
«Invece la Roma lo ha voluto e continua a volerlo», sostiene il direttore sportivo Walter Sabatini. (...) Il vero problema con Osvaldo è che ondeggia ignavo per il campo, trascinandosi la faccia di chi sta aspettando un dentista in ritardo, quando spiove un pallone sembra pensare oddio che fatica, adesso mi tocca stopparlo. E si lamenta di volere sempre il lancio in un punto diverso da quello in cui il compagno lha fatto rotolare. Ma poi vede qualcosa, gli passa per la testa un pensiero stupendo. Si alza, resta in aria, plana. Il pallone è in rete prima ancora di apparire agli avversari. Così è andata ieri, così non gli accadeva dal 27 gennaio, Bologna-Roma 3-3.
Dice ancora Sabatini: «E esuberante, impunito, ribelle, irascibile. E fortissimo. E stata la stampa a metterlo in vendita, non la Roma». Cè sempre la giornata del riscatto seguita da quella della recidiva. Osvaldo è lattaccante ciclico che appallottola il suo umore, se lo infila in tasca e segue il ciclo delle maree. In prima persona si spiega così: «E dura per me vivere in una città meravigliosa che non posso vedere perché vengo costantemente inseguito, molestato. Non è la vita che progettavo né il calcio che volevo giocare». Ma questo è sempre qualcosa di simile a un alibi per ragazzi che hanno tutto il dovere di venire a patti con la propria popolarità. Dallaltra parte, a noi viene voglia di venire a patti con questo Osvaldo. «Un bravo ragazzo», lo definisce Sabatini. (...)