IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - LA1 che unisce la Capitale a Firenze è stata percorsa da tanti uomini di calcio che nel corso della loro carriera hanno vestito le maglie di Roma e Fiorentina. Una sorte che oggi accomuna i vari Pradè, Montella, Pizarro, Aquilani, Toni e Lupatelli e che nel corso degli anni è toccata a molti altri loro
LA1, infatti, è spesso diventata strada di incontro tra i diesse viola e giallorossi e luogo di affari tra le due società, il più clamoroso dei quali è stato quello che ha portato Gabriel Batistuta alla Roma nellestate del 2000 in cambio di settanta miliardi delle vecchie lire che il presidente Sensi dette a Cecchi Gori. Fu il colpo di mercato che contribuì in maniera sostanziale a spingere la società giallorossa verso il suo terzo scudetto. Non da meno, però, fu laccordo che nel 1984 portò Ciccio Graziani da Firenze a Roma. Lui, Campione del Mondo in Spagna nell82 insieme a Conti, in Toscana stava vivendo male gli ultimi spiccioli di unesperienza cuscinetto tra la grandeur del Torino anni 70 di Radice (altro allenatore che ha diretto entrambe le squadre come anche Eriksson e Mazzone) e quello che lo attendeva a Roma, dove indossò subito la maglia con lo scudetto sul petto. «Una delle emozioni più grandi della mia carriera» ci disse tempo fa. A Roma Graziani scrisse la storia di una squadra gremita di campioni che sfiorò il successo più importante. A negarglielo furono undici metri maledetti. Per lui più che per altri. Anche il bomber per antonomasia della storia romanista, Roberto Pruzzo, e uno dei suoi eredi migliori, Abel Balbo, hanno percorso lA1 dalla Capitale a Firenze. Il primo nel 1988, in unestate che fece da preludio alla sua ultima stagione da professionista, chiusa proprio con il gol segnato alla Roma nello spareggio-Uefa di Perugia dopo che ai giallorossi, quando giocava nel Genoa, aveva segnato anche il primo della sua carriera. Balbo, invece, alla Fiorentina passò dopo lintermezzo di Parma, dove arrivò nel 1998 alla fine di cinque stagioni da romanista. Dalla Fiorentina tornò nella Capitale insieme al suo amico Batistuta nellestate 2000, in tempo per laurearsi campione dItalia.
Un altro grande attaccante della storia della Roma che andò a chiudere la carriera a Firenze fu Pierino Prati, centravanti degli anni 70 e capocannoniere con 14 reti nellanno in cui la Roma di Liedholm conquistò uno storico terzo posto (1974-75). Alla Fiorentina passò nel 1977 dopo quattro stagioni da romanista. E poiché nel reparto dattacco le due squadre hanno spesso avuto gli stessi giocatori citiamo anche Maurizio Iorio (campione dItalia con la Roma 1982-83) e Alberto Orlando, romano e romanista dal 1957 al 1964, anno in cui se ne andò polemicamente dalla Capitale proprio a Firenze, dove vinse subito il titolo di capocannoniere con 17 reti insieme a Mazzola. Nella Roma si trovò a giocare al fianco di calibri da novanta come Da Costa e Manfredini e per questo si adattò a fare lattaccante di destra sfruttando forza fisica e velocità.
Lo stesso cammino venne percorso dai portieri Tessari, Ginulfi, Paolo Conti, Cejas e Lupatelli (succitato), dai difensori Bertini, Carpenetti, Baroni e Alberto Di Chiara, dai centrocampisti Nevio Scala (esordio in giallorosso e affermazione in viola), Di Mauro, Guigou, Nakata (entrambi campioni dItalia con la Roma nel 2000-01), Blasi e Guarnacci. Il dottor Egidio, cuore romanista degli anni 60, che dopo il brutto infortunio che gli spezzò la carriera nel momento più bello fu ceduto nel 1963, con molto rammarico da parte sua, proprio alla Fiorentina. Uno che, invece, percorse lA1 in senso opposto fu Vierchowod, difensore che la Sampdoria dette in prestito prima ai viola (1981-82) e poi alla Roma, dove nel 1982-83 vinse lo scudetto per poi tornare definitivamente a Genova. Come lui anche Mauro Amenta (jolly della Roma di fine anni 70 inizio anni 80), Daniele Massaro e Franco Superchi (il vice di Tancredi nello scudetto 1982-83) sono venuti da Firenze a Roma, scrivendo così altre pagine di una storia di intrecci di mercato che non avrà mai fine.