IL TEMPO (A. AUSTINI) - Di buono la vittoria e il secondo zero consecutivo nella casella dei gol incassati, di zemaniano nulla. La Roma torna da Pescara con il quinto posto agganciato almeno fino a domani, quando la Lazio riceve lUdinese allOlimpico, ma senza progressi dal punto di vista del gioco. Anzi, a dirla tutta la partita
Stavolta il «solito» pareggio- beffa per la Roma non è arrivato, Goicoechea non si è neppure sporcato i guanti, ben protetto da Castan e Marquinhos, ma il Pescara davanti e a centrocampo èstato davvero poca cosa. Bergodi ha ritirato fuori dalla soffitta Togni, quello che un anno fa Zeman ha sostituito con Verratti dopo poche gare. Attorno al modesto regista solo corridori, due esterni che non attaccano e Quintero incapace di assistere Abbruscato. Dallaltra parte una Roma spaccata in due: il tridente «pesante» Destro- Osvaldo-Totti slegato dal centrocampo diretto da Bradley e con gli esterni ancora una volta troppo timidi per far vedere qualcosa di zemaniano. A tratti è sembrato di rivedere la squadra di Luis Enrique, lungo possesso palla in orizzontale, ritmi lentissimi e il capitano quasi sempre in posizione di trequartista centrale. La sua concretezza contro gli sprechi dei compagni è stata chiave del successo. Dal piede di Totti è nato il gol, unaltra punizione insidiosa, lassist per Destro nellunica altra vera occasione del primo tempo e,a inizio ripresa, un altro passaggio smarcante per lattaccante marchigiano che da solo davanti alla porta ha calciato fuori.
Sempre Destro,nellunico quarto dora in cui la Roma ha provato davvero a spingere, ha sprecato unaltra cartuccia tirando addosso a Perin. E da quel momento nella testa dei giallorossi è scattata la solita paura di non farcela. Il baricentro si è abbassato nonostante gli urlacci di Totti, i cambi a centrocampo non hanno dato la spinta e il Pescara ha iniziato a crederci, senza però arrivare mai vicina al gol.Le occasioni migliori per Abbruscato e Weiss, ma prima una coscia di Piris e poi la mira sbagliata dello slovacco hanno salvato Goicoechea. Ancora una volta ci ha pensato Totti a gestire i palloni «scottanti» nel finale. Per Zeman arrivano tre punti pieni dossigeno e la conferma che cè ancora parecchio da lavorare per trasformare questo gruppo in una squadra vera e capace di giocare il suo calcio. Tra Osvaldo e Destro lintesa è tutta da trovare, ad esempio. E dalle fasce si raccoglie poco: Balzaretti è sembrato in leggera crescita, Piris no. Tra una settimana a Siena il prossimo esame: la Roma in questo campionato non ha maivintotre partite di seguito, riuscirci almeno stavolta darebbe un nuovo senso alla stagione. Anche perché la partita successiva è contro la Fiorentina di Montella da ieri distante cinque punti. Come la Champions.