CORSPORT (A. POLVEROSI) - Troppa Roma, troppo Totti e soprattutto troppo Zeman. LInter non ha resistito allo splendore del calcio romanista, alla sua qualità, alla sua velocità, alla sua aggressività. Ha preso tre gol però ha subìto una quantità incredibile di palle-gol. E rimasta frastornata da un fuoco dartificio che ha
PARTENZA CHOC - Per un quarto dora lInter non ci ha capito niente. La Roma lattaccava solo sul fianco destro, dove il trenino formato da Balzaretti, Florenzi e Totti (il Freccia Rossa di questa squadra ormai da più di ventanni) aveva trovato un binario preferenziale. Su quella fascia Guarin e Zanetti erano sempre in inferiorità numerica e in difficoltà tecnica e atletica. La spinta della Roma era in crescita continua e lInter non sapeva come opporsi. Di sicuro non cè riuscita nellazione del gol, pensato da Totti (cross pennellato) e segnato di testa da Florenzi che è scappato al controllo di Gargano e si è infilato da solo in piena area. (...)
RITORNO INTERISTA - Dopo la rete splendida di Florenzi cè stata una breve pausa in cui Zeman, per difendersi, ha usato la sua tattica preferita: ha alzato la linea della difesa e lasciato che Milito finisse a ripetizione in fuorigioco. Una volta il Principe è scattato col tempo giusto (su lancio di Cassano) e la Roma è stata salvata dalluscita di Stekelenburg. Ma intorno alla mezzora, quando De Rossi ha lasciato per infortunio, lInter ha cominciato a spingere al massimo e il nuovissimo trio di centrocampo (Pereira era al debutto) è riemerso dalle nebbie iniziali. Leffetto della pressione ha liberato Sneijder che al primo minuto di recupero ha lanciato Cassano alla sua maniera (una quarantina di metri in verticale), il barese ha agganciato la palla, ha saltato Castan ha cercato langolo lontano raggiunto dopo una deviazione netta di Burdisso.
ANCORA ROMA - E ripartita a inizio ripresa come aveva cominciato, con la stessa aggressività, lo stesso ritmo zemaniano e nei primi 5' ha avuto tre occasioni che Osvaldo non ha saputo sfruttare. La coppia con Destro non stava funzionando come sperava il boemo (lex senese largo a destra non sa ancora come muoversi) e sempre sulla destra mancava anche la spinta di Piris, ancora lontano dal concetto di gioco di questa squadra e troppo incerto pure nella fase difensiva. Dopo linfortunio di De Rossi, anche il secondo cambio di Zeman è arrivato per un problema muscolare di Balzaretti, ma Taddei è entrato bene in partita e, come succedeva con lex palermitano, la manovra iniziava sempre dai suoi piedi.
TROPPO TOTTI - A una fase di buon attacco romanista lInter ha risposto alzando i suoi centrocampisti, ma su questa partita continuava a incombere la forza, la classe, la resistenza (già, anche la resistenza) di Francesco Totti. Sarebbe stato troppo per chiunque. E stato il suo calcio immenso a sparecchiare la difesa interista con un assist, il secondo di questa partita, che può pensarlo solo un giocatore come lui. Sulla palla in profondità (63 metri!) è schizzato Osvaldo che (tenuto in gioco da Zanetti) ha piazzato il pallonetto sulluscita di Castellazzi.
Ma lo splendore della Roma non è finito lì. Stramaccioni ha cercato di riprendere la partita con Coutinho e il 4-2-3-1, senza ottenere la reazione sperata anche perché in agguato cera un altro capolavoro romanista: lancio corto e preciso di Osvaldo, Marquinho ha agganciato la palla sulla sinistra, Silvestre è finito fuori tempo, Castellazzi ha coperto male il suo palo e il brasiliano di sinistro ha infilato la palla in un pertugio. LInter è scomparsa. Poi è scomparso, in senso tecnico, anche Bergonzi che ha ammonito per la seconda volta Osvaldo per un fallo di mano. (...)