Il Boemo ora è meno spregiudicato ma ha bisogno che Piris salga di livello

04/09/2012 alle 12:19.

CORSPORT (A. POLVEROSI) - Come ogni squadra di Zeman, anche la Roma è folgorante quando attacca. E’ così trascinante e così esplosiva che quasi sconsiglia di guardare anche negli altri settori della squadra e negli altri aspetti del gioco. Totti è il calcio, come ha detto Prandelli, ma a questo punto della stagione, mentre l’idea di

Già l’anno scorso, quando allenava il , si era vista una maggiore attenzione del boemo alla fase difensiva. Non solo attacco, non solo schemi in funzione del gol, ma anche un po’ più di equilibrio in difesa. Contro il Catania, questo leggero mutamento non si era notato, a San Siro sì, anche se ancora in modo parziale. Per cominciare, i due centrali, e Burdisso, hanno coperto bene il cuore della difesa romanista. E’ vero che si è fatto fregare da Cassano nell’azione del gol, ma oltre a dare il merito che spetta al barese (si è girato bene e soprattutto con rapidità, forse questo ha sorpreso il brasiliano) va detto che il resto della sua partita è stato impeccabile. Dietro ai due, anche Stekelenburg sembra aver recepito l’ordine di Zeman: se la linea difensiva è alta, non può stare nell’area piccola. Così, quando Milito è scattato evitando (unica volta in tutta la partita) il fuorigioco, il olandese è uscito col tempo giusto.

L’anello debole per ora è Piris che sembra spaesato, un po’ confuso, molto incerto nella fase difensiva. L’azione della Roma partiva sempre a sinistra (prima con Balzaretti, poi con Taddei), il paraguaiano non si è mai alzato nel primo tempo, soffrendo gli attacchi di Pereira e Nagatomo nella sua zona. E’ migliorato nella ripresa e questo fa pensare che la distanza col resto della squadra possa essere annullata in poco tempo. Capire Zeman e trasformarlo in gioco: anche Piris deve adeguarsi.