Verdone è pronto «Che noia con Luis. Adesso ci divertiamo»

01/07/2012 alle 10:39.

GASPORT (F. CONTICELLO) - Non si butta via niente: cinema, calcio e rock and roll. Carlo Verdone ha fatto un salto a Taormina per sollevare l'ennesimo premio della carriera, il Nastro d'argento per la migliore commedia dell'anno con Posti in piedi in Paradiso,

 

Che intende, signor Verdone?

 

«Con Zeman la mia Roma non deve vincere lo scudetto. Mi basta che la gente vada allo stadio e torni felice. Senza annoiarsi».

 

Insomma, con il ritorno del maestro è tutto rosa e fiori?

 

«Lo dicevo due anni fa, quando ancora non aveva fatto l'exploit di e in tanti se l'erano dimenticato. Noi abbiamo sempre avuto bisogno di Zeman, anche da un punto di vista atletico: il boemo lo puoi odiare, ma tutti corrono con lui. A fine stagione sono a pezzi, ma hanno corso fino all'ultima partita. Non come quest'anno».

 

Insomma, niente da salvare con Luis Enrique?

 

«Niente: una noia mortale con quel gioco in orizzontale, quei passaggi senza soluzione. Che senso ha fare settanta tocchi in mezzo al campo? Alla fine mi è passata la voglia di andare allo stadio anche per colpa di giocatori senz'anima. Adesso vedremo davvero quanto valgono Lamela, Bojan, Marquinho».

 

È convinto che così facendo arriveranno pure i risultati che non arrivarono un tempo?

 

«Un tempo Zeman è stato costretto ad andare via per i fatti che conosciamo, ma anche perché dentro alla Roma c'era chi remava contro di lui. E non vi dico chi. Intanto, registriamo la difesa, rendiamola solida. Inutile poi pensare alla vetta, ma alla sì. Ma serve un'anima: una squadra viva, che faccia vibrare».

 

Cosa le piace di questa Nazionale? E dove vedrà la finale?

 

«Sarò a Milano, ma contro la Spagna possiamo farcela: siamo una squadra geometrica, come un compasso attorno a Pirlo. Cassano e Balotelli sono fenomeni, E poi siamo diventati più cinici. È una squadra che gli italiani possono sono felici di avere».

 

Come i romani con la nuova Roma, insomma.

 

«Felici perché Zeman è onesto. Profondamente onesto. E questo rimane anche se arriveremo settimi: in quel caso addio, ma rimarrà stima per l'uomo. Che ha un solo difetto: dice quello che pensa. E a volte lo dice… troppo»