IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Temperatura oltre i trentacinque gradi, pomeriggio di un qualsiasi giorno lavorativo, assenza dellacquisto di grido (vedi, ad esempio, Destro). Cerano tutte le premesse perché lOpen Day organizzato dalla Roma fosse una festa solo a metà.
Sembrava quasi imbarazzato nel ricevere tanto amore, cioè cori e applausi, lui che a Riscone aveva avuto solo un assaggio, seppur importante, di quanto i romanisti fossero felici del suo ritorno. E stato il primo a prendere la parola, sotto la Curva, sorridendo quando il microfono si inceppava e aspettando, sereno, che la Sud gli dedicasse i cori. «Sono abituato a questa gente che ci sta vicino le parole dellallenatore Spero che questanno noi riusciremo a divertirvi e voi riuscirete a farci vincere». Boato. «Spero che veniate sempre, che ci siate accanto nelle gioie e nei dolori ha aggiunto aiutandoci ad andare avanti e responsabilizzandoci per quello che dobbiamo fare. Ora vi lasciamo per una settimana, andremo in America dove speriamo di fare bella figura per la nostra squadra e la nostra città. Poi torneremo a fare calcio sul serio». Si tornerà a sudare, previsto un altro ritiro a Irdning e provare e riprovare quegli schemi che durante lora di allenamento di ieri sono stati appena accennati. Era prevedibile, lo scopo della giornata era un altro. Era avvicinare ancora la gente alla squadra, volti nuovi e vecchi.
I giocatori si sono ritrovati in mattinata a Trigoria dopo le 24 ore di libertà concesse da Zeman. Tutti le hanno trascorse in famiglie, Totti, ad esempio, al mare, mentre Lamela è andato a cena da Burdisso. In pullman sono andati allo stadio, alle 16.30 sono scesi in campo. Mentre la squadra si cambiava negli spogliatoi, con immagini in diretta sui maxi schermi, il primo a prendere la parola è stato Erik Lamela: «Siamo contenti che ci siano tanti tifosi anche se è solo un allenamento. Questanno dobbiamo fare un grande torneo per loro. Faremo il massimo per portare la Roma in alto, penso che questo sarà il nostro anno». Raggiunti i compagni, Lamela si è preparato per lingresso in campo. E stato tra gli ultimi ad entrare (e alluscita ha involontariamente pestato un piede ad un tifoso con la sua auto): prima sono entrati i portieri, poi i difensori (ovazione per Nicolas Burdisso, seguito da moglie, figli, cognata e nipoti in tribuna), i centrocampisti (Pjanic il più osannato) e gli attaccanti. Mugugni e fischi per Rosi, José Angel, Borriello e Okaka. Dopo di loro sono entrati i nuovi acquisti. Loscar per il più spontaneo va a Tachtsidis: «Ancora non ho capito dove sono capitato», quello per il più imbarazzato a Dodò che chiede aiuto allo speaker Vespasiani anche solo per pronunciare «Forza Roma». Già a suo agio, e con un fisico imponente, Leandro Castan: «Sono felicissimo di essere qui e indossare questa maglietta ha detto in portoghese E un onore portarla visto che lhanno portata molti brasiliani. Loro hanno lasciato il segno, io voglio fare lo stesso». Si è espresso in italiano invece Michael Bradley: «Darò il cuore per questa squadra e questa maglia. Daje Roma».
Dopo la foto tutti abbracciati sotto la Sud e unaltra foto in Tribuna Tevere con i tifosi che indossavano la maglia ufficiale, è iniziato lallenamento. A bordocampo solo Simplicio, il cui agente aveva trovato laccordo per la rescissione del contratto poco prima. Una seduta piuttosto blanda quella voluta da Zeman: riscaldamento, circolazione della palla (con la Sud che in sottofondo cantava «Allenamento, ci vuole allenamento») e poi sfida ai rigori sotto la Curva. Da segnalare il palo di Totti (fatto apposta?), lerrore di Taddei col tacco e le parate di Svedkauskas su José Angel, di Stekelenburg su Verre e di Lobont su Dodò.
Dopo qualche minuto i giocatori hanno lanciato i palloni e in qualche caso le maglie in Curva poi sono rientrati negli spogliatoi. Per loro cena in famiglia e ritrovo in serata a Trigoria, poi stamattina la partenza per gli Usa. Di tournée e di molto altro ha parlato losannato Totti, lultimo a lasciare il campo: «E doveroso per noi essere conosciuti in ogni parte del mondo le parole del Capitano davanti agli occhi di Baldini, Sabatini, Fenucci e Baldissoni, oltre che a personalità dello sport e del marketing invitate dalla società Avendo una società americana è un bene farsi conoscere lì». Totti ha poi promesso ai tifosi che la Roma vuole fare «una grande stagione. Dobbiamo onorare la maglia perché questa gente ha aggiunto, scherzando quando il microfono non ne voleva sapere di funzionare merita rispetto». Al termine delle parole del Capitano, lOlimpico si è svuotato. Sono rimasti gli ospiti, è rimasto il direttore commerciale dellAs Roma, Cristoph Winterling, che a Roma Channel si è detto soddisfatto di come la gente abbia risposto: «E stata una giornata importante per noi, ringraziamo i tifosi che hanno risposto in maniera impressionante, non ce lo aspettavamo. Il momento più bello, da pelle doca, è stato quando abbiamo fatto la foto sotto la Curva. Vogliamo essere sempre più vicini ai nostri tifosi». Limpressione, a giudicare dal successo di ieri, è che ci stiano riuscendo.