IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Lui, Luis Enrique, più di tanto non si scompone. Si esalta per la vittoria ma non gli è piaciuto come è arrivata. La Roma, battendo il Genoa, riaggancia il treno per il terzo posto: quattro punti dalla Lazio non sono pochi ma non sono nemmeno tropp., (...). Di strada, con due sole partite, la Roma
La squadra che ha battuto il Genoa però non lo ha fatto impazzire, proprio quando in tanti hanno cominciato a tirare fuori la solita tesi: ecco, finalmente una vittoria normale, fatta di sofferenza e di concretezza. (...)«Mi è piaciuto linizio, ma a parte questo non mi piaciuto niente. Abbiamno vinto, è stato bello non prendere gol, Osvaldo ha segnato una rete bellissima, però cè qualcosa da rivedere. Tutto questo rafforza la squadra, ma noi siamo stati troppo imprecisi. Non hanno funzionato gli automatismi? Dipende dallo stato dei calciatori, dagli avversari e il Genoa ha fatto benissimo. Sono stati bravi a fare pressing e noi eravamo in difficoltà, abbiamo fatto però quattro-cinque palle gol, Frey è stato bravissimo. Così non mi piace vincere, ma è importante prendere i tre punti in questo momento. Nel calcio è importante la regolarità nei risultati». Del resto, se devi vincere solo con la fortuna, che lhai chiamato a fare uno come Luis Enrique? Lui ci tiene al gioco, al bel calcio. Vincere attraverso il gioco, stavolta non è successo.
Primo tempo bene il secondo male? «Tutte e due male», ribadisce lo spagnolo. «Non ho visto pressing, troppi palloni persi, ripeto, mi piace solo il risultato. Il Genoa poteva pareggiare, noi abbiamo sbagliato sotto porta».
Qualche annotazione (spiegazione) tattica. Su Lamela ad esempio, che dietro le punte rende meno e segna poco. «Non credo che sia stato preso per fare gol, è un classe 92, ha una grande personalità e umiltà che può essere importante per la sua carriera. I terzini spingevano a turno? Stiamo lavorando sullatteggiamento della squadra. Voglio sempre i terzini alti, io cerco solo di migliorare la squadra. Nelle ultime due partite ha cambiato? Non ho cambiato niente, è migliorato lo stato danimo perché abbiamo vinto a Palermo, dove tra laltro abbiamo giocato una buona partita. È ben più difficile lavorare quando non vinci, è importante ottenere i risultati ma bisogna capire il perché arrivano certi risultati. Stavolta non lho capito, ma forse sbaglio io».
Chiusura sui tifosi, che dal «mai schiavi del risultato» sono passati alla richiesta (bisogno, voglia) di andare in Europa. Un commento? «Loro meritano non solo di andare in Champions, ma di vincere tanti scudetti. Noi cerchiamo di fare il meglio e su questo non devono avere dubbi».