
IL TEMPO (M. DE SANTIS) - Brutta, bruttissima, praticamente mai entrata in campo e in balìa dellAtalanta dal primo allultimo minuto. Qui non è solo questione di un ritardo di De Rossi, cè dellaltro. Anzi, cè tanto tanto altro: un mal di trasferta che piano piano sta diventando incurabile, unandatura lontano dallOlimpico sempre più a passo di gambero, unaltra occasione persa per la classifica, unaltra resa incondizionata di una difesa ballerina e unaltra crisi di nervi e identità di molti personaggi romanisti ancora in cerca dautore. Può bastare? In fondo, con o senza il ritardatario De Rossi, quella di Bergamo è stata lundicesima fermata in una stagione ancora tutta da decifrare. «Cè qualcosa che non va», avrebbe detto Vasco Rossi.
Due rossi diretti e due gialli (uno a carico di un diffidato): questa Roma, quando perde la Trebisonda, sa anche essere maledettamente nervosa. In fondo una cosa simile era già successa a Firenze, unaltra Caporetto tremendamente simile a quella di ieri. «Mi dispiace - ammette Luis Enrique - che si sia verificato un simile crollo di nervi. Io, però, penso già rialzarmi e alla prossima gara. Il derby significa tanto per i tifosi e la società e la Lazio, poi, è anche una nostra diretta concorrente in classifica». Walter Sabatini mastica amaro: «Una brutta partita, anzi bruttissima. Un passo doloroso che forse ci esclude dal raggiungimento di alcuni pensieri che avevamo fatto ultimamente. Questo è un anno particolare, dobbiamo sopportare il danno che può scaturire da una gara sbagliata ma esser pronti a creare qualcosa per il futuro. Non tra quattro anni, ma da domenica». Una mezza parolina, però, il ds la regala anche a Damato: «Mi piacerebbe fare una filippica sullarbitro, ma non me lo voglio permettere perché servirebbe solo a ripristinare un certo circuito. Noi dobbiamo essere più scaltri e non peggiorare le gare con una fragilità psicologica che non ci possiamo permettere». Su Damato ritorna anche Taddei: «Sarà una coincidenza, ma certi episodi succedono sempre con lo stesso arbitro. Non cerco giustificazioni, ma purtroppo è così».
Franco Baldini, come sempre, non parla di arbitri e preferisce discutere solo ed esclusivamente, nel bene (stavolta poco) o nel male (stavolta tanto), della Roma: «Avevo detto che la nostra era una squadra un po bambina e, effettivamente, lo è. Sicuramente saranno adottate delle conseguenze per il comportamento dei giocatori, anche perché quando le partite prendono una certa piega bisognerebbe avere comunque un atteggiamento propositivo. Terzo posto più lontano? Sì, ma cercheremo lo stesso di fare più punti possibili per riagganciare il treno per la Champions»